L'intervista de l'€conomista
Dogane e Monopoli, il direttore Alesse: “Legalità e concorrenza pilastri per gettito erariale solido, l’IA sta cambiando il nostro settore”

Il sistema doganale impatta sulle attività di moltissime imprese e Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ci racconta come sta evolvendo il settore, alla luce dell’ultimo decreto accise approvato in Cdm, ma soprattutto delle innovazioni tecnologiche, che preludono alla grande sfida: «Entro il 2028 sarà operativo il primo nucleo dell’Hub europeo, il sistema informativo doganale unico per tutti i Paesi membri, che sostituirà i sistemi nazionali entro il 2032 e che sarà essenziale per la gestione delle frontiere comunitarie».
Prodotti energetici, tabacchi, sigarette elettroniche, alcol, giochi: l’Agenzia sovrintende ad alcuni dei settori più importanti dell’economia italiana. Qual è il ruolo strategico che svolge?
«La nostra attività si fonda sul potere di regolazione e controllo, con l’obiettivo di garantire la corretta riscossione delle imposte, la tutela del mercato e la sicurezza dei consumatori. Una delle funzioni primarie che esercitiamo è quella di contrasto alle frodi. Tuttavia, non ci limitiamo al controllo fiscale, ma operiamo nei settori regolamentati per garantire la concorrenza e prevenire fenomeni illeciti, avvalendoci di strumenti innovativi e digitali che rendono le nostre verifiche più veloci ed efficaci. La gestione di questi comparti, così eterogenei tra loro, richiede il giusto equilibrio tra il rispetto della legge e l’impulso allo sviluppo economico, un obiettivo che l’Agenzia non perde mai di vista e persegue ogni giorno».
Si tratta di ambiti che generano attraverso le accise una componente significativa delle entrate erariali, pensiamo ai 32 miliardi dei prodotti energetici, ai 15 del tabacco e ai 12 del gioco pubblico. Mercati che, quindi, vanno anche tutelati nell’interesse dello Stato e che bisogna far crescere in un contesto economico in crisi. Cosa fate a questo riguardo?
«Mi permetta, in primo luogo, di dire che una normativa chiara, univoca e coerente riduce l’incertezza, favorisce gli investimenti e contrasta fenomeni distorsivi come l’evasione e il commercio illecito. Regolare questi mercati non significa solo imporre vincoli, ma creare un quadro di riferimento stabile e certo, che permetta agli operatori di pianificare le proprie attività con maggiore sicurezza. Solo la tutela della legalità e quella della concorrenza contribuiscono a garantire un gettito erariale solido, in una realtà economica complessa che richiede grande impegno per favorire questi settori strategici dell’economia nazionale».
Quali sono le principali novità introdotte dal decreto accise approvato dal Cdm? Come impatterà la normativa sulle attività dell’Agenzia?
«Le principali novità riguardano il settore dell’energia elettrica e del gas naturale. È stata introdotta, infatti, una profonda innovazione del sistema di versamento dell’imposta, che permette di collegare i versamenti dell’accisa ai quantitativi di energia elettrica e di gas naturale venduti o autoconsumati mese per mese, al posto degli attuali versamenti costanti basati sull’imposta dovuta nell’anno precedente. Un cambiamento radicale, sia per gli operatori del settore che per l’Agenzia, per rendere più efficienti gli adempimenti. Con riferimento ai prodotti da fumo, la riforma in materia di rivendite di generi di monopolio interviene sulle procedure nell’ottica di una semplificazione amministrativa che di fatto si traduce in minori oneri per il contribuente, pur nel rispetto del principio di tutela dei minori, dell’ordine e della salute pubblica».
Sono anche mercati in forte fase di evoluzione. Come evolve la regolazione rispetto alle innovazioni tecnologiche di settore?
«L’innovazione tecnologica ha trasformato profondamente le nostre vite e, di conseguenza, anche questi mercati devono essere sorretti da logiche dinamiche, capaci di adattarsi velocemente ai cambiamenti senza frenare lo sviluppo. Se nei primi anni 2000 il dibattito era incentrato sulla globalizzazione, oggi la vera rivoluzione è rappresentata non solo dalla dimensione digitale, ma anche dall’intelligenza artificiale, la cui governance dev’essere sicura e affidabile. In Agenzia ci stiamo ponendo il problema di come utilizzarla al meglio per garantire maggiore gettito fiscale».
Come cambia il ruolo dell’Agenzia in un contesto europeo sempre più integrato, anche in relazione all’esigenza di contrastare, a tutti i livelli, l’evasione fiscale?
«La guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, la continua evoluzione del mercato globale e molteplici altri eventi geopolitici rappresentano delle sfide che richiedono un continuo aggiornamento dei processi di nostra competenza, a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini. Per facilitare, a livello internazionale, la circolazione delle merci e della valuta l’Agenzia deve mantenere alte le sue performance. L’ADM ha, per esempio, recentemente implementato misure avanzate per la gestione del controllo e della tracciabilità dei flussi commerciali in tempo reale, anche grazie all’adozione di nuove tecnologie che riducono le possibilità di evasione e rendono più trasparente l’intero sistema».
Come sta evolvendo il sistema delle dogane in Italia nell’ambito del crescente processo di digitalizzazione?
«Per quanto riguarda specificamente il settore doganale, lavoriamo costantemente con la Commissione europea per completare, secondo un programma ben definito, la digitalizzazione delle procedure doganali. Ad oggi, le dichiarazioni doganali degli operatori professionali sono tutte digitali, sia per l’import che per l’export. Diversi progetti in campo impatteranno sull’efficienza e trasparenza dell’intero settore doganale. Si guardi, per esempio, alla sperimentazione avviata con lo sportello unico nei porti di La Spezia e di Livorno, che ha già permesso d’individuare le criticità da superare prima che venga esteso a tutte le altre realtà portuali italiane. Parallelamente, sono in fase di sviluppo sistemi di intelligenza artificiale applicata ai controlli radiogeni su merci e bagagli, che ci permetteranno una capacità predittiva maggiore e un minore impatto sugli scambi commerciali. Evidenzio, infine, che, secondo l’ambizioso programma della Commissione europea, entro il 2028 sarà operativo il primo nucleo dell’Hub europeo, il sistema informativo doganale unico per tutti i Paesi membri, che sostituirà i sistemi nazionali entro il 2032 e che sarà essenziale per la gestione delle frontiere comunitarie».
Lei da tempo è al lavoro sulla riorganizzazione degli uffici dell’Agenzia. Come sta procedendo questo riordino? Cosa lo ha reso indispensabile a suo giudizio? E cosa cambierà?
«Va premesso che la riorganizzazione dell’Agenzia riflette un cambio di paradigma nell’Amministrazione pubblica. Il commercio e la sicurezza economica cambiano rapidamente su scala mondiale e le istituzioni devono adattarsi con la stessa rapidità. Era necessaria una vera e propria “rivoluzione” culturale all’interno dell’Agenzia: dobbiamo essere più vicini ai territori, più rapidi nelle decisioni, più aperti all’innovazione. Questa riforma si accompagna a un investimento senza precedenti: oltre 465 milioni di euro, nel triennio 2024-2026, sono destinati a farci compiere un salto tecnologico decisivo. Intelligenza artificiale, realtà aumentata e automazione non sono più il futuro, ma il presente, con cui affrontiamo le sfide del commercio globale».
Si parla tanto di dazi in queste ultime settimane. Che ruolo avranno le dogane in questa nuova guerra economica tra gli Stati?
«La Dogana è un’amministrazione tecnica e, in quanto tale, è tenuta ad applicare la politica commerciale decisa dall’Unione europea. Sarà fondamentale compiere un notevole sforzo da parte dell’Amministrazione nella fase di controllo, tenuto conto del rischio di elusione delle nuove paventate altissime tariffe daziarie, considerato anche che l’elevata imposizione colpirà solo alcuni Paesi e solo alcune merci».
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