I due stilisti con “Save the Olives”
Dolce&Gabbana sfila tra gli ulivi pugliesi per salvarli

La scorsa settimana Dolce e Gabbana hanno festeggiato il decennale della loro linea di alta gioielleria con una sfilata al castello Pettolecchia, a Savelletri in Puglia. Di fronte a tutto il mondo hanno presentato la collezione di collier oro e brillanti a forma di ulivi. Da Kim Kardashian a Diana Ross,i due stilisti hanno portato 500 star da 35 paesi, 65 testate internazionali, 7800 maestranze, tra le masserie e i trulli della valle d’Itria.
E mentre Erri De Luca a Sabina Guzzanti, Bonelli a Carlin Petrini, grillini e fatto quotidiano, Albano ad Emiliano, Di Maio e Ciampolillo, firmavano appelli contro il taglio degli ulivi infetti, Stefano Dolce e Domenico Gabbana non hanno negato la xylella, ma hanno mostrato al mondo il danno irreparabile che ha causato. I due stilisti con questa collezione sostengono “Save the Olives”, l’unica associazione che in questi anni ha combattuto la xylella seguendo la scienza e non il complottismo.
Così viene presentata la collezione sul sito: “Una fusione di storia e natura che ha fatto dell’oro il suo feticcio, in rimando al prezioso “liquido” pugliese, l’olio extravergine di oliva, tradotto in collier sfaccettati di smeraldi e di olive incastonate in ramoscelli di brillanti”. Eppure quest’anno il Salento per la xylella ha registrato un crollo del 75% della produzione di olio. La sfilata è stata aperta da Helen Mirren, portavoce di “Save the olives”, che ha mostrato lo spot dell’alta gioielleria raccontando quella piaga che ha distrutto 21 milioni di ulivi.
Dopo oltre dieci anni di ricerca scientifica è stato dimostrato che esistono ad oggi solo due varietà resistenti alla xylella, e l’innesto su ulivi secolari rappresenta l’unica soluzione concreta per salvarli. Ma una pianta infetta si può solo eradicare per non infettarne altre. La grandezza di Dolce e Gabbana è stata sfilare tra quegli ulivi rifuggendo dai populismi e riconoscendo l’unica soluzione per salvare quel territorio: ricerca, fitofarmaci, eradicazioni e reimpianti. La stessa location è stata scelta da Giorgia Meloni per il g7 dell’anno prossimo. Eppure il Ministro Lollobrigida ha rifiutato la richiesta di nominare un commissario xylella, come hanno chiesto al parlamento le associazioni che in questi giorni sono state convocate alla camera nelle audizioni sulla xylella. Questa è una emergenza nazionale non regionale. Oltre ad aver distrutto paesaggio ed economia della Puglia, la xylella è un problema ambientale del Paese. Quanta CO2 abbiamo perso con 21 milioni di piante morte?
Gli ultimi ulivi infetti sono stati trovati la scorsa settimana a Putignano, sotto Bari. Le eradicazioni sono obbligatorie solo nella zona cuscinetto, cioè dove ancora ci sono piante che si possono salvare. Tutto il Salento ormai è stato abbandonato, non si taglia più niente, il male è inestirpabile. Questa superficie demarcata come infetta è pari a 8000 chilometri quadrati, il 40% del territorio pugliese. Ieri il Tar di Bari ha accolto il ricorso di un agricoltore contro l’abbattimento di un ulivo secolare a Monopoli. La xylella si è diffusa anche perché la procura di Lecce sospese i primi abbattimenti e indagò il commissario nazionale che il governo Renzi aveva nominato nel 2015. Il generale Siletti si dimise dopo l’indagine, e da allora non è mai più stato nominato un commissario nazionale. Fra pochi mesi Meloni in quelle terre porterà i 7 grandi della terra. Chissà se potrà ancora mostrare qualche ulivo monumentale.
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