Il podcast del direttore
I domiciliari a Ilaria Salis e la candidatura depotenziata, la differenza tra scelte lungimiranti e strumentali
Oggi i titoli dei giornali sono tutti per l’attentato al premier in Slovacchia Robert Fico. La stampa titola enfatizzando l’avvenimento, grave perché riguarda la vita di una persona, ma i titoli devono diventare evocativi, gettare allarmi: e così troviamo “Spari al premier, shock in Europa”, “Sangue nel cuore d’Europa”, “L’agguato che scuote l’Europa”, “L’Europa sotto shock”. Io sono contrario a questo genere di enfatizzazioni. Purtroppo tanta gente non sa nemmeno dove si trova la Slovacchia, fa fatica a trovarla su una cartina geografica. Non voglio diminuire la gravità del fatto, ma misuriamolo senza agitare spettri per ora. Capiremo se dietro il gesto ci sia qualcos’altro oppure no. Secondo la logica del rasoio di Occam, penso sia sempre da preferire la spiegazione più semplice di un fenomeno, che non andare dietro a ragioni complicate o arzigogolate. Oggi nessuno è ancora in grado di dire cosa ci sia dietro questo attentato, più avanti ne capiremo di più.
La seconda vicenda è quella di Ilaria Salis. La sua condizione è salita all’altare della cronaca negli ultimi mesi, ci sono state molte proteste per le sue condizioni in carcere, per la natura delle accuse; ciò ha portato – tra le altre cose – alla candidatura nelle liste di una formazione di sinistra alle elezioni europee. Ora il tribunale ungherese le ha concesso i domiciliari, in maniera inaspettata. “La strategia del silenzio libera la Salis”, del Foglio, è forse il titolo più giusto di oggi, quello che dà l’interpretazione più ragionata per me.
L’effetto della candidatura di Salis ora è depotenziato, e comunque se vogliamo trarre una conclusione generale è che operazioni strumentali come una candidatura elettorale per liberare qualcuno, in questo caso Salis, da una vicenda giudiziaria, sono sempre sbagliate. Questa operazione fatta per drenare i voti per questa lista non sembra rivelarsi un’idea felicissima, d’altronde scelte fatte in maniera strumentale sono sempre poco lungimiranti, perché la realtà prima o dopo mette in ordine le cose.
Sull’inchiesta Liguria, oggi c’è la notizia che l’imprenditore Spinelli dice di aver dato 40mila euro a Toti per avere poi quel determinato favore su una concessione che però non è arrivata. Io mi chiedo: com’è che i giornali hanno tutti la stessa notizia? Significa che c’è un ufficio stampa della procura che fornisce pezzi degli interrogatori. Non c’è altra spiegazione. E secondo me rimane un vero scandalo e ritengo che una procura della Repubblica debba muoversi in maniera diversa.
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