Le storie
Donne di Calabria e le loro lotte
Giuditta Levato morì nel 46 a Calabricata, chiedeva diritti, in prima fila, in faccia alle pallottole che erano il metro di mediazione fra i sogni e la realtà, fra chi la terra la lavorava e chi la possedeva. Angelina Mauro il suo sogno lo immolò nel 49, a Melissa, in nome della giustizia sociale. Filomena Marra aveva preceduto le sorelle, cadendo nel 25 a San Giovanni In Fiore, voleva una Nazione libera e la stava guardando, in piazza, mentre finiva nel baratro di un macello che sarebbe durato vent’anni.
Donne sconosciute, semplici. Donne di un mondo che ancora aveva l’idea di un miglioramento del mondo. Donne che non erano divise da appartenenze, provenienza, classe sociale, il cui dilemma unico era il meglio o il peggio, ciò che meritava il sacrificio del tutto. Donne nate, cresciute e uccise in Calabria, sconosciute o quasi al mondo, allora e oggi. Donne di Calabria che non sono state testimoni mute nel moto perpetuo della storia, hanno fatto la loro parte, la fanno. Donne che sono state operaie, contadine e hanno conquistato caselle appannaggio di un mondo maschio. Tutte unite in una marcia che non si deve arrestare. Fra le donne di Calabria, uniche sono state le donne di gelsomino, quelle che sapevano che per fare un chilo di fiori servivano ottomila strappi. Ottomila gemme bianche, colte con cautela e depositate con cura nel sacco di lino o nella cesta di junco.
Le donne di gelsomino uscivano di casa a mezzanotte perché le loro prede erano timidi vampiri che a giorno fatto non sarebbero sopravvissuti alla luce del sole. I padroni pagavano a chilo, le più dure ne contavano fino a quarantamila per notte, da loro dipendevano tante vite, per loro tanti destini sono mutati. Chi non le ha odorate quelle albe dense di ritorni profumati, non lo sa quanto normale eroismo ci sia stato nelle donne calabresi. Fuori dalla Calabria pochi lo sanno che nelle lotte più belle ci sono sempre state le donne in prima fila. E la Calabria non ha vinto la propria lotta, non si è realizzato il migliore dei mondi possibili, ma senza di loro la deriva sarebbe stata totale. Soprattutto, non c’è stata la resa, il sogno non è finito, se la speranza vive lo si deve alla forza morale di chi anche durante le tempeste più buie ha fatto di tutto per mostrare la luce.
Le donne di fiori nascondevano il sudore sotto il profumo del gelsomino e dopo dodici ore di lavoro restavano sorridenti. Giuditta Levato, Angelina Mauro, Filomena Marra, hanno seguito e preceduto schiere di donne calabresi che dalla terra sono scese in piazza, che tenevano insieme lavoro e diritti, amore e libertà. E pure se fuori dalla Calabria le conoscono in pochi, hanno dato all’aria quel tocco di gelsomino che ancora la rende respirabile.
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