La giovane travolta vicino ai cassonetti
Dopo la morte di Elvira, autovelox e segnaletica: a Napoli si ragiona sempre dopo le tragedie
Una nuova segnaletica e autovelox. Il sindaco di Napoli li ha annunciati ieri con l’enfasi con cui si annuncia ogni azione che si ritiene buona per la città. Se lo sarà davvero, ben venga. Ma resta l’amarezza al pensiero che simili iniziative arrivino sempre dopo. Dopo che è accaduta una tragedia. Dopo che ci è scappato il morto. Dopo e mai prima. «Abbiamo subito riattivato un programma di rifacimento della segnaletica orizzontale che nelle prossime settimane verrà completato su tutta la città», ha annunciato ieri il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
«Rivedremo anche meccanismi per garantire una migliore manutenzione e metteremo in campo strumenti come gli autovelox – ha promesso – . Ma non potrà essere una rete molto diffusa a causa della conformazione della città», ha aggiunto annunciando le azioni che il Comune ha pensato di mettere in campo a seguito della morte della 34enne Elvira Zriba, avvenuta intorno alle due di notte, lunedì scorso, in via Caracciolo, a breve distanza dalla curva di piazza Sannazzaro, di fronte ai moli di Mergellina. L’incidente è stato ripreso in un video dalle telecamere di videosorveglianza presenti in strada. Sono immagini che cristallizzano i drammatici momenti dell’incidente. Elvira, nata a Napoli ma proveniente da una famiglia di origini tunisine, lavorava in uno chalet di Margellina.
Stava attraversando via Caracciolo per andare a buttare l’immondizia. Era sulle strisce pedonali quando è stata travolta e uccisa da una moto che sopraggiungeva da piazza Sannazaro, con a bordo due persone, un uomo e una donna. Elvira è stata centrata in pieno. Il suo corpo sbalzato oltre centimetri più avanti. Inutile la corsa in ospedale. Elvira è morta. Otto mesi prima suo fratello, Mustafha Zriba, 36 anni, aveva avuto la stessa terribile sorte: era su una bici elettrica a Pianura e un’auto lo travolse, causandogli la morte. L’incidente di lunedì in cui ha perso la vita Elvira è ora al centro di indagini della polizia municipale, coordinate dalla Procura. Si cercano le prove per individuare il responsabile, un nome c’è già, e si valuterà la sua posizione. Sullo sfondo, però, resta aperto l’interrogativo di sempre: quelle strade sono sicure? E poi: possibile che per la sicurezza e il benessere dei cittadini ci si attivi sempre dopo che è accaduta una tragedia? Possibile?
Considerato che da tempo i residenti della zona lamentano la presenza di auto e moto che sfrecciano di notte a tutta velocità, senza alcun controllo e con grande pericolo per chi si trova a dover attraversare quei tratti di città, nel cuore della città. Il sindaco Manfredi ha annunciato, tra l’altro, anche anche una riunione con il comandante della polizia municipale Ciro Esposito, «per lavorare a un piano sulla sicurezza stradale per il miglioramento dei nostri sistemi di controllo. Un tema – ha detto – perché quando parliamo di sicurezza c’è un ruolo molto importante del Comune ma anche delle altre forze dello Stato». Intanto, proprio per ricordare Elvira e sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica, ieri a Napoli c’è stato un sit-in. Si è tenuto proprio sul Lungomare, nel tratto dove lunedì Elvira ha perso la vita: per una trentina di minuti alcuni manifestanti hanno bloccato il traffico.
Non c’erano i familiari di Elvira. Per loro sono giorni di grande disperazione. Alba, la mamma, non riesce a trattenere le lacrime. Il video dell’investimento in cui sua figlia ha perso la vita è diventato virale sul web. Gli ultimi passi di Elvira sono stati ripresi da una telecamera della zona. Si vede come la giovane donna viene travolta e uccisa da una moto che molto probabilmente stava impennando. «Non si può morire così, e a me è accaduto due volte in otto mesi, ho perso i miei due figli. Il Comune? Non mi hanno contattato», conclude la donna disperata.
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