Cronaca
Dopo l’Oms, anche la Corte di giustizia europea: “Il Cbd non è stupefacente”. Forum Droghe: “Speranza ne prenda atto”

Il Cbd o cannabidiolo, principio attivo e derivato della cannabis non è uno stupefacente perché “non sembra avere alcun effetto psicotropo o alcun effetto dannoso sulla salute umana”. A metterlo nero su bianco è la Corte di giustizia europea, con una sentenza molto importante per l’intero settore della cannabis light, che respinge il divieto francese di commercializzare prodotti Cbd (soprattutto i famosi oli, balsami e unguenti) perché in contraddizione con il diritto dell’Ue sulla circolazione delle merci.
La spiegazione dei giudici continentali rispecchia quello che da tempo sostengono medici ed esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità e che tuttavia in Italia è stato più volte messo in discussione. Prima di tutto dal Consiglio superiore di sanità, poi dalla Corte di Cassazione (che ha segnalato un possibile pericolosità per donne incinte, minori e soggetti in condizioni particolari) e infine dal Ministero della Salute (che un mese fa aveva inserito i farmaci a base di Cbd tra quelli stupefacenti, mettendo in allarme un’intera filiera e alcuni esponenti della maggioranza, tanto da far intervenire il ministro Roberto Speranza con una sospensione del decreto “incriminato”).
Il cannabidiolo è la seconda sostanza più abbondante nella cannabis dopo il Thc (che oltre certe dosi procura il cosiddetto “sballo”) e possiede evidenti capacità rilassanti, antinfiammatorie e antidolorifiche.
“Il tribunale nazionale deve valutare i dati scientifici disponibili per assicurarsi che il presunto rischio per la salute pubblica non sembri basato su considerazioni puramente ipotetiche”, ha scritto la corte nelle motivazioni della sentenza a favore della azienda francese KanaVape, la cui controversia con il governo oltralpe riguardava una sigaretta elettronica con uno di questi liquidi. “Una decisione di vietare la commercializzazione della Cbd- aggiungono i giudici continentali – che costituisce effettivamente l’ostacolo più restrittivo al commercio di prodotti legalmente fabbricati può essere adottata solo se tale rischio appare sufficientemente accertato”. La Corte specifica però che il cannabidiolo deve essere estratto dalla pianta di cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi.
Il tribunale di Marsiglia, infatti, aveva condannato due imprenditori francesi perché il Cbd utilizzato era preso dall’integralita’ della pianta di canapa, foglie e fiori inclusi, mentre la legge francese limita la coltivazione, l’importazione, l’esportazione e l’uso alle sole fibre e sementi. Con la sentenza la Corte ha bocciato la legge francese. Secondo gli imprenditori del settore ora sarà molto difficile in ogni paese membro dell’Unione europea adottare decisioni contro gli oli con Cbd, in qualsiasi Stato dell’Ue vengano prodotti.
Intanto in Italia l’associazione Luca Coscioni fa pressing direttamente al ministro Speranza affinché prenda atto della decisione europea. “Questa decisione – ha scritto Marco Perduca in una nota- vale per tutta l’Unione, quindi deve entrare a far parte di quanto il Consiglio e l’Istituto Superiore della Sanità vorranno condividere con il Ministro Speranza circa le ultime decisioni adottate proprio sul cannabidiolo”.
Ancora più esplicito il Segretario di Forum Droghe Leonardo Fiorentini: “A questo punto il ministro e il Governo devono prendere atto. Va ritirato definitivamente quel decreto e avviato un confronto con la Società Civile che da mesi ha chiesto dinon fare passi indietro sulla cannabis terapeutica, ed anzi di riprendere un percorso riformatore come sta avvenendo nelle Americhe, in Israele o nel più vicino Lussemburgo”.
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