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Dopo quella per la cannabis arriva la giornata mondiale sugli psichedelici
Abbiamo imparato che 420, o 4:20, la giornata mondiale per la marijuana. L’espressione deriva dall’ora in cui cinque liceali di San Rafael, in California, si trovavano nel 1971 per farsi le canne. Quella caccia al tesoro diviene leggenda metropolitana grazie alla rivista High Times che all’inizio degli anni Novanta la rilancia. Da allora, in tutto il mondo, il 20 aprile (negli USA il mese viene prima del giorno) si tengono eventi per la cannabis libera.
Da quest’anno, sempre ispirato a fatti del 1971, il 6:20, sarà il numero dedicato agli psichedelici. In questo caso si tratta proprio di una data data, quella in cui Richard Nixon dichiarò la “sua” guerra alla droga, una guerra che in poco tempo divenne globale e che ancora miete vittime quotidianamente dappertutto.
il World Psychedelic Day ha quindi un’origine più politica di quello della marijuana e si rivolge a un mondo più composito e multidisciplinare. Nasce anch’esso negli USA per “favorire una nuova era di prospettive sulle proprietà benefiche dei moderni composti psichedelici e delle antiche pratiche e medicine vegetali” ma ha ambizioni globali.
L’evento (online qui) si prefigge di promuovere, e proteggere, linee di pensiero ancestrali e indigene, e pratiche di studio e usi che vengono da lontano, sono carichi di storia e mescolano scienza ufficiale e coscienza interiore, tradizionale e pratiche di autocura. Il messaggio centrale è “espandere la consapevolezza e condividere la conoscenza”.
In tutto il mondo si stanno moltiplicando incontri che segnalano la necessità di creare sempre più occasioni di discussione e confronto transnazionale con particolare attenzione al potenziale terapeutico di piante e composti chimici; se assunte in un certo modo, o strutturate in piani psico-terapeutici, queste sostanze possono possono ad aiutare a curare malattie psichiatriche e concorrere al miglioramento della qualità della vita di chiunque.
Sono previsti interventi di “scienziati di frontiera”, ricercatori clinici, medici, genetisti, terapeuti, imprenditori, sciamani, artisti, musicisti, autori e “custodi” di piante indigene, oltre che militanti dei diritti umani, per condividere conoscenze, esperienze, progetti e consigli.
A questo giro in Italia non è previsto niente. La curiosità attorno agli psichedelici resta un tema di nicchia anche se dai primi anni Novanta a Torino è attiva la Società Italiana per lo Studio degli Stati di Coscienza che si definisce “sede aggregativa e di diffusione delle informazioni sul vasto e multidisciplinare campo di ricerca sugli stati di coscienza”. Nel 2017 l’Associazione Luca Coscioni ha organizzato la prima conferenza italiana con esperti internazionali al Campus Einaudi e dal 2019 il gruppo Psy*Co*Re anima gli Stati Generali della psichedelia – anche durante la pandemia. Un po’ dappertutto si stanno formando gruppi di persone interessate ad approfondire e condividere conoscenza. Dalla primavera di quest’anno all’Università Roma Tre si studia a sindrome dello spettro autistico con la psilocibina sintetica importata. La raccolta La scommessa psichedelica, curata da Federico Di Vita per Quodlibet è stato un successo di critica bissato dal podcast Illuminismo Psichedelico.
Segnali importanti che vanno seguiti e nutriti. Centrale la divulgazione socio-culturale “di massa” come la promozione di studi e ricerche disegnati per tutti gli psichedelici. Solo con una mobilitazione civile si potranno raggiungere risultati. Ce lo dimostra la storia della Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (MAPS.org) una no profit che in oltre 35 anni di advocacy e ricerche è riuscita a scardinare pregiudizi e proibizioni arrivando a rivoluzionare il modo con cui si possono accompagnare con MDMA percorsi terapeutici per i disturbi da stress post-traumatico. Grazie a ricerche e trial clinici, ormai in fase 3, tutti autofinanziati, grazie a MAPS tra un paio di anni le 3,4-Methylenedioxymethamphetamine potranno essere registrate come medicine dalla Food and Drug Administration.
Queste prime celebrazioni sono un riconoscimento per chi ha già fatto e uno stimolo per chi ha ancora molta strada da percorrere per aggiornare dibattiti, ricerche e terapie a tradizioni lontani o sperimentazioni di avanguardia.
*Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (MAPS.org),
**Associazione Luca Coscioni
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