La ragazza morì un anno fa in circostanze ancora da chiarire
Dora Lagreca, il dolore della sorella della 30enne caduta dal balcone: “Non si è uccisa, vogliamo la verità”
Era la notte tra l’8 e il 9 ottobre 2021 quando Dora Lagreca, 30 anni, di Montesano sulla Marcellana in provincia di Salerno, morì dopo essere caduta dal balcone della casa in cui viveva con il fidanzato a Potenza. Quest’ultimo è stato indagato per istigazione al suicidio, in questo modo ha potuto anche nominare un perito di parte per l’autopsia sul corpo della giovane valdianese. Le ipotesi più accreditate sono che Dora si possa essere tolta la vita o che possa essere accidentalmente caduta. Ma a questa ipotesi la famiglia non crede e chiede risposte certe a distanza di un anno esatto dalla morte di Dora.
“Da un anno viviamo il dolore per la perdita di Dora. Da un anno chiediamo spiegazioni, risposte. Nulla ci restituirà la nostra amata Dora, ma almeno sapremo la verità su cosa sia accaduto quella maledetta sera a Potenza”, ha detto Michela Lagreca, sorella di Dora più grande di due anni, intervistata dal Mattino. La famiglia per un intero anno ha taciuto e si è tenuta lontana dai riflettori sebbene il caso fosse diventato estremamente mediatico. Ma il silenzio su quelle indagini per loro è intollerabile.
Dora precipitò dal quarto piano della palazzina. Quando fu trovata era completamente nuda. Secondo l’autopsia Dora sarebbe morta per un’emorragia “massiva”. L’esame rilevò anche “lesioni multiple” oltre all’emorragia. I risultati dell’autopsia non escludono quindi al momento alcuna ipotesi nella dinamica della morte di Dora. La 30enne fu soccorsa dal personale del 118 e trasportata all’Ospedale San Carlo di Potenza dove morì poco dopo il ricovero, intorno alle 2:00 di notte. Il suo fidanzato si trovava in casa con lei al momento della tragedia. Antonio Capasso ha 29 anni e al momento risulta indagato per istigazione al suicidio. La coppia aveva trascorso la serata con amici in alcuni locali del capoluogo della Basilicata.
Il 29enne nell’interrogatorio ai Carabinieri raccontò che quella sera ci fu un diverbio, non proprio una lite, con la sua fidanzata. Secondo la sua versione, quando tornarono a casa la ragazza si sarebbe buttata nel vuoto dal balcone della mansarda nel Rione Parco Aurora. “Ho cercato di fermarla – ha detto il ragazzo – ma era troppo tardi”. Ma la famiglia non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio o dell’incidente: “Mia sorella amava troppo la vita per decidere di togliersela – continua Michela – Si era vista qualche ora prima con mamma e papà ed era serenissima. A me parlava sempre di sogni e progetti futuri, di voler diventare mamma. Poi la conoscevo: non lo avrebbe mai fatto. E non credo neanche alla tesi dell’incidente. Con i miei genitori vogliamo delle risposte proprio per capire cosa sia accaduto, perché da un anno attendiamo risposte e la nostra vita, a differenza di quella di altre persone coinvolte, è stata stravolta”.
Michela ricorda quella drammatica notte in cui i carabinieri l’avvisarono che Dora aveva avuto un incidente. “Con il mio compagno siamo partiti verso Potenza e ho provato più volte a chiamare Antonio per capire cosa fosse accaduto. Mi ha riposto al quarto tentativo con una chiamata su messenger, mi ha solo detto: ‘Dora è caduta dal terzo piano’, poi ha chiuso e da allora non l’ho più sentito, così come i miei genitori. Mai una chiamata di spiegazione, di scuse, di condoglianze”. Racconta che il rapporto tra i due era burrascoso, fatto di liti e gelosie, “un rapporto, secondo me, morboso” ma “mai ci ha riferito di azioni violente nei suoi confronti, ma ci ha sempre detto che verbalmente la offendeva e cercava di farla sentire sbagliata”.
La sorella descrive Dora come una persona solare, che amava la vita e divertirsi in compagnia. Lavorava a scuola ma era molto brava con la manicure. Michela spiega quali sono i dubbi sulla vicenda da parte della sua famiglia: “Mia sorella aveva sempre le mani in ordine e se ha perso un’unghia (fu trovata all’interno dell’appartamento, ndr) qualcosa è accaduto. Da quanto ricostruito grazie al supporto del nostro legale, Antonio dopo la caduta ha chiamato prima la mamma e poi il 118. Per quale motivo? E poi: perché mia sorella era completamente nuda? A Potenza faceva freddo e Dora non sarebbe mai andata sul terrazzo senza vestiti. E ancora: solo un giornalista ha trovato il dispositivo di mia sorella sul terreno, tre giorni dopo la tragedia. La mia famiglia da un anno è distrutta. Vogliamo delle risposte, le vogliamo per la nostra amata Dora”. Per ricordare Dora a un anno dalla sua scomparsa, ci sarà una fiaccolata nel suo paese di origine per chiedere giustizia e soprattutto verità. “La ricordiamo ogni ora del giorno, la cerchiamo in ogni angolo della casa”, conclude Michela.
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