È nei momenti più difficili che la politica, e nella politica, la realtà rischia di mischiarsi alla fantasia. E delle volte la fantasia alla realtà. Complotti e ricostruzioni di ogni genere sono il contorno ideale di un governo in grandissima difficoltà. I dati sono i seguenti: la prossima delega, di sostanza o meno lo vedremo, che sarà affidata al futuro commissario europeo made in Italy, il che si trascinerà un inevitabile trasferimento di Fitto che a sua volta aprirà probabilmente i giochi di un piccolo rimpasto creando scossoni nella maggioranza e nuovamente a Palazzo Chigi. C’è poi il caso dei balneari, le proteste dei tassisti, l’isolamento nella Nato, ma soprattutto c’è stato il Sangiuliano-gate, che ha sollevato un imbarazzo internazionale non irrilevante e che appare non concluso.

Il caso Striano e la linea Mantovano

È proprio in queste circostanze, con un esecutivo spalle al muro, che questo reagisce evocando nuovamente il caso Striano o il presunto dossieraggio, oramai ridotto dallo stesso autore della denuncia da cui è partito tutto – vale a dire il ministro Crosetto – a un mero caso individuale imputabile a una mela marcia. Sembra ormai appurato, infatti, che Striano e il carabiniere oggi in forza ad Aise avessero un rapporto del tutto personale risalente ai tempi della Dia e dunque a prevalere sarebbe la linea Mantovano, secondo il quale i nostri apparati di intelligence, e in tal caso Aise, svolgono un lavoro encomiabile che non può essere macchiato da frettolose e approssimative ricostruzioni.

Inquadrato lo scenario, è vero però che nei momenti di grande debolezza della politica e di profonde crepe istituzionali gli speculatori si fanno avanti. Sono gli stessi speculatori da cui è da tempo ossessionata Giorgia Meloni. Un pezzo di palazzi romani, accattoni come li chiamò a suo tempo il sottosegretario Fazzolari. E dopo il caso Sangiuliano il senso di accerchiamento è salito vertiginosamente. Chi sarà il prossimo?

Siti occulti, quel mondo di mezzo che “vuole colpirci”

È da tempo che nei corridoi che contano sono infatti salite all’attenzione alcune piattaforme online, da alcuni definite di un “mondo di mezzo” e tese a depistare il sistema intorno a temi cruciali. Siti occulti, la cui identità è tenuta nascosta, siti apparentemente innocui, ma che in realtà possono contenere messaggi in codice, fake news. Nei corridoi del transatlantico, tra la politica, c’è chi è certo che dietro alcuni di questi siti ci possano essere ex uomini dei servizi. C’è chi persino va oltre affermando che dietro a questi siti ci possano essere spezzoni di Finanza che un tempo risiedeva nell’intelligence italiana.

Sono tutte luci che si accendono nella testa di Mantovano e di Giorgia Meloni. Cosa sta succedendo? Chi sono queste persone e che obiettivi hanno, si chiedono a Chigi. Il retropensiero è quello già espresso un tempo: vogliono colpirci. E l’ordine di scuderia è stato blindarsi, ancora di più. Ma questa volta rispondendo ai colpi per cercare di capire chi si cela dietro. A Palazzo Chigi non lasceranno nulla di intentato.