Fra le centinaia e centinaia di accessi abusivi alla super banca dati dell’Antimafia contestati dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone all’ex maresciallo della guardia finanza Pasquale Striano, per anni responsabile del gruppo segnalazioni di operazioni sospette (Sos) di via Giulia, alcuni di essi sembrano essere collegati al processo vaticano al cardinale Angelo Becciu per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato riguardo, in particolare, la compravendita di un lussuoso palazzo nel centro di Londra. La vicenda ha contorni quanto mai opachi perché tali accessi sono di gran lunga antecedenti al primo atto di indagine notificato agli indagati, vale a dire la perquisizione del primo ottobre 2019, oggetto peraltro all’epoca di uno scoop dell’Espresso.

Il primo accesso abusivo alla banca dati per consultare le informazioni concernenti i dati anagrafici, redditi percepiti e quant’altro a carico di Fabrizio Tirabassi, commercialista e funzionario amministrativo della Segreteria di Stato, risale al 22 luglio del 2019. Nello stesso giorno le interrogazioni di Striano riguardano Raffaele Mincione, il finanziere a cui venne data la gestione di 200 milioni di offerte dei fedeli. Il primo accesso abusivo per individuare invece la presenza di segnalazione di operazioni sospette nei confronti di Gianluigi Torzi, il broker ingaggiato dalla Segreteria di Stato per realizzare l’acquisto dell’immobile, risale al 25 luglio 2019. Lo stesso giorno Striano fa anche un nuovo accesso abusivo per individuare la presenza di altre segnalazioni di operazioni sospette nei confronti di Mincione. Quest’ultimo sarà oggetto delle attenzioni di Striano il 28 ottobre successivo. Gli accertamenti nei confronti di Tirabassi, invece, vengono nuovamente effettuati il 30 luglio ed il 20 agosto del 2019.

Il 20 marzo del 2020 risulta un accesso abusivo di Striano per consultare le informazioni concernenti i dati anagrafici, atti del registro e dichiarazioni, redditi percepiti e catasto, nei confronti di Cecilia Marogna, manager sarda legata a Becciu. Ed inoltre ci sono accessi abusivi a carico di coloro che poi verranno chiamati a testimoniare contro Becciu e gli altri indagati. Il 25 luglio 2019 risulta un accesso abusivo alla banca dati SIVA2 sul portale analisti per individuare la presenza di segnalazione di operazioni sospette nei confronti di Luciano Capaldo, ingegnere in servizio presso la Segreteria di Stato. Il 12 luglio del 2022, invece, un accesso abusivo alla banca dati SIVA2 sul portale analisti per individuare la presenza di segnalazione di operazioni sospette nei confronti dell’ex deputato Giancarlo Innocenzi Botti, con l’estrazione della Sos UF202100000000426077 12/07/2022 Innocenzi Botti Giancarlo. Tale Sos sarà utilizzata dal giornalista del Domani Giovanni Tizian, ora indagato insieme a Striano per rivelazione del segreto, per scrivere un articolo su questa storia.

A partire dal 3 ottobre 2019 l’Espresso aveva iniziato la pubblicazione di una serie di articoli sull’indagine vaticana nei confronti di Becciu. Il primo articolo, quello del 3 ottobre, verrà ripreso in tempo reale dal sito Dagospia: “L’affare si ingrossa – Fittipladi breaking news! Ecco le carte bomba dello scandalo in Vaticano: lo tsunami giudiziario parte da alcune operazioni finanziarie del 2011. È allora che la segreteria di Stato decide di entrare in affari con il raider italo-londinese Raffaele Mincione. Non un imprenditore qualsiasi, ma colui che da qualche mese sta provando a scalare Carige – I pm del Papa indagano su una Sicav del Vaticano nel Granducato, che ha comprato immobili a Londra per centinaia di milioni…”. L’impronta digitale certa dell’origine di tali accessi è tuttavia fornita dall’ultimo di tali accessi, quello effettuato il 12 luglio 2022, che ha consentito a Striano di estrarre la Sos redatta nei confronti di Innocenzi Botti a beneficio di Tizian, come risulta dal capo di imputazione scritto da Cantone. Da notare che il 4 maggio 2022 il Consiglio superiore della magistratura aveva già nominato Giovanni Melillo nuovo procuratore nazionale antimafia al posto di Federico Cafiero De Raho, attuale parlamentare del Movimento cinque stelle.

La domanda, giustamente posta da tutti, è chi possa essere stato il mandante di Striano anche in questa vicenda. Di questi accessi illegali potrebbe aver beneficiato l’indagine condotta dalla gendarmeria vaticana agli ordini del promotore di giustizia Alessandro Diddi? Perché, in caso di risposta affermativa, per avere quei dati utili alle indagini non è allora stata fatta una regolare rogatoria internazionale? La Sos estratta e pubblicata dal Domani sul teste Innocenzi Botti è stata utilizzata per condizionarne la testimonianza? E di tutto ciò, il Comando generale della guardia di finanza era a conoscenza? Su queste premesse e su tante altre anomalie evidenziate dalle difese nel corso del procedimento, terminato con la condanna di tutti gli imputati ed ora in atteso dell’appello, come potrà ratificarsi in Italia la sentenza emessa dal collegio presieduto dall’ex procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone?