Politici, imprenditori e personaggi famosi spiati dall’agenzia investigativa Equalize con gli archivi del Ministero dell’Interno bucati migliaia e migliaia di volte (circa 52mila accessi ai sistemi d’indagine delle forze dell’ordine) e dati riservati raccolti per motivi ancora poco chiari. “Con i report che abbiamo noi in mano possiamo sputtanare tutta l’Italia” le parole dell’hacker Nunzio Samuele Calamucci in una intercettazione raccolta dalla procura di Milano che nei giorni scorsi ha chiesto (ma non ottenuto) il carcere per alcuni indagati che il Gip del Tribunale ha spedito ai domiciliari. Si tratta di Enrico Pazzali, a capo dell’agenzia investigativa Equalize Srl nonché presidente della Fondazione Fiera Milano (è ritenuto, soprattutto per ragioni professionali, vicino ad ambienti Lega e soprattutto al governatore Attilio Fontana), oltre allo stesso Calamucci e all’ex superpoliziotto Carmine Gallo. Gip che su 16 indagati complessivi ha disposto quattro misure di domiciliari e due interdittive con la Dda di Milano che ha già presentato ricorso al Riesame per chiedere 13 custodie cautelari in carcere.

Equalize ha spiato La Russa, Renzi e bucato mail Mattarella

Report commissionati nel maggio 2023 sul presidente del Senato Ignazio La Russa e sui figli oltre che sul senatore di Italia Viva Matteo Renzi, sull’ex sindaca di Milano Letizia Moratti, e condotti dall’hacker Calamucci con Beyond, la piattaforma illegale che aggrega banche dati istituzionali combinate al valore aggiunto della possibilità di scaricare dati direttamente dall’archivio Sdi (sistema d’indagine) delle forze dell’ordine al Viminale. Una mole impressionante d’acquisizione dati, un dossieraggio da rivendere, questa l’ipotesi investigativa, anche a 007 stranieri (non è escluso il coinvolgimento anche di quelli italiani) per spionaggio industriale e personale. Nel mirino sarebbe finito anche il Quirinale e una “mail intestata a Mattarella”.

La Russa: “Disgustato, capire chi ha commissionato”

Intervistato dal Corriere della Sera, La Russa spiega di conoscere “da anni Enrico Pazzali che ho sempre ritenuto una persona perbene e vorrei poter considerare, fino a prova contraria, un amico di vecchia data. Non è di area Fratelli d’Italia, ed è noto che i suoi attuali ruoli in Fiera non dipendano dal mio partito e tantomeno da me. Ma mai – aggiunge – avrei immaginato che potesse fare una cosa del genere. Non sapevo nemmeno che avesse una società che si occupa di queste cose”. Il presidente del Senato si dice “disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la ‘colpa’ di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati. Ora l’unica cosa che mi premerebbe sapere è chi possa aver commissionato il dossieraggio contro la mia famiglia”.

Per i pm milanesi (Francesco De Tommasi e Alessandra Dolci) l’operazione dossieraggio rappresenta “un pericolo per la democrazia di questo Paese” in quanto avrebbe potuto essere in grado di “tenere in pugno” cittadini e istituzioni” e “condizionare” dinamiche “imprenditoriali e procedure pubbliche, anche giudiziarie”. Dagli atti dell’inchiesta emerge che nella rete dell’associazione, che avrebbe incassato un totale di oltre 3,1 milioni di euro di “profitti illeciti”, sono finiti migliaia e migliaia di nomi ma anche le più alte cariche del nostro Paese.

Dossier anche su Carlo Sangalli, attuale presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, della Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi e di Confcommercio Milano tra i tanti e addirittura sull’avvocato siciliano Piero Amara, il legale imputato per una serie di procedimenti sulle vicende dell’Eni e per il caso Loggia Ungheria. Tra i clienti invece, spunta il nome della senatrice azzurra Licia Ronzulli ed Heineken Italia. E spunta anche un tentativo di Pazzali di avere nel portafoglio clienti Amazon attraverso la responsabile di Italia Spagna. Insomma il gruppo spiava e agiva ad ampio raggio, come avevano lasciato intendere due degli arrestati, “con i report che abbiamo sputtaniamo tutta Italia”.

Licia Ronzulli “cliente”, senatrice smentisce: “Io parte lesa”

La stessa Ronzulli, fedelissima di Berlusconi, precisa: “Leggo sui quotidiani di essere stata oggetto di conversazione all’interno di un’intercettazione, il cui testo è poi finito agli atti dell’inchiesta sui dossieraggi illeciti, condotta dalla Dda milanese. In base a questa, mi sarei rivolta ad Enrico Pazzali per raccogliere informazioni relative ad una persona. Tutto questo non corrisponde al vero. Rimango a dir poco sconcertata, perché viene distorta e ribaltata, a leggere le ricostruzioni, una vicenda completamente diversa dalla realtà. Non ho mai chiesto a Pazzali nessun controllo, perché questo presupporrebbe che fossi stata a conoscenza dell’attività illecita condotta, di cui invece ho avuto notizia solo dagli organi di stampa adesso. Anzi, il fatto che Pazzali, di sua esclusiva iniziativa, abbia deciso di commissionare un’indagine su una professionista soltanto perché di mia conoscenza, mi mette nella posizione di parte lesa in quanto oggetto di un possibile ricatto, e mi mi riservo di adire le vie legali”.

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