Lo 'schiaffo' da Strasburgo
Draghi boccia il Superbonus grillino, il premier liquida l’incentivo: “Non siamo d’accordo, ha triplicato i costi”

Il Superbonus 110%, una delle misure più ‘care’ al Movimento 5 Stelle, potrebbe avere le ore contate. A chiarire ancora una volta la sua posizione nettamente contraria al sistema di incentivi che il suo esecutivo ha ereditato dal governo Conte è stato il premier Mario Draghi, durante il suo intervento in replica all’assemblea plenaria del Parlamento Ue, a Strasburgo.
Anche se tra le misure presenti nel decreto Aiuti approvato ieri in Consiglio dei Ministri c’è l’allungamento dei termini per accedere al Superbonus per le villette, dal 30 giugno al 30 settembre, la misura secondo Draghi non è efficace e proprio questa proroga appare probabilmente come l’ultima “concessione”.
Nel suo intervento il presidente del Consiglio è stato chiaro: “Il costo di efficientamento è più che triplicato grazie ai provvedimenti del 110%, i prezzi degli investimenti necessari per le ristrutturazione sono più che triplicati perché il 110% di per sé toglie l’incentivo alla trattativa sul prezzo. Poi, le cose vanno avanti in Parlamento, il governo ha fatto quel che poteva e il nostro ministro dell’Ambiente è molto bravo”, ha spiegato Draghi replicando agli europarlamentari nel corso del dibattito che è seguito al suo intervento in plenaria.
Dunque perché il rinnovo di tre mesi per le villette? Draghi nel suo intervento ha spiegato che il governo “ha fatto quel che poteva” e che l’esecutivo “è nato come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti”, legando dunque l’incentivo all’efficientamento energetico degli immobili.
Parole che sono immediatamente suonate come un campanello d’allarme proprio nel Movimento 5 Stelle, col deputato pentastellato Riccardo Fraccaro, ex sottosegretario di Stato nei governi Conte, che subito è corso in difesa del provvedimento: “Mario Draghi nel suo intervento a Strasburgo durante la plenaria del Parlamento europeo ha dichiarato di non essere d’accordo sul Superbonus; sinceramente lo avevamo già dedotto dai continui blocchi e dalle modifiche apportate alla misura nei mesi scorsi che di fatto hanno rischiato di renderla inutilizzabile. Vorrei ricordare al nostro presidente del consiglio che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea”.
La posizione di Draghi sul Superbonus non è una novità. Il suo ‘fedelissimo’ Daniele Franco, ministro dell’Economia, l’11 febbraio scorso lo aveva definito assieme agli altri bonus edilizi ereditati dal governo Conte come “una tra le più grandi truffe che la Repubblica abbia mai visto“. In questi stessi giorni, nonostante il montare delle polemiche, lo stesso Draghi aveva ribadito il concetto con espressioni più ‘sobrie’ ma ugualmente efficaci: “Quelli che oggi dicono che queste frodi non contano, che bisogna andare avanti lo stesso…beh, questi sono alcuni di quelli che hanno scritto la legge e hanno permesso di fare lavori senza controlli“.
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