Alla fine si vota. Non le elezioni, figuriamoci: una maggioranza ultra-Ursula sembra ormai sostenere, a primo giorno inoltrato e quasi concluso di consultazioni, il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Si vota su Rousseau, la piattaforma del Movimento 5 Stelle, quella delle quirinarie, delle comunali, della leadership, e di numerosi malfunzionamenti. Si vota allora, a quanto pare per decidere sull’ingresso nel governo dei pentastellati. Anche se l’esecutivo ha incassato il sì del garante Beppe Grillo, sceso a Roma apposta per le consultazioni con l’ex Presidente dell Banca Centrale Europea e stupito dal suo essere “una bravissima persona”; anche se il premier dimissionario Giuseppe Conte si è proposto a capo e richiamato alla responsabilità; anche se il leader politico de facto Luigi Di Maio ha aperto senza mezzi termini all’appoggio al governo; niente da fare. Si vota: Davide Casaleggio, figlio del guru Gianroberto, ha ottenuto quello che voleva.
Si legge sul blog a 5 Stelle che “dalle ore 13 di mercoledì 10 febbraio 2021 alle ore 13 di giovedì 11 febbraio 2021 gli iscritti saranno chiamati a esprimersi su un eventuale supporto a un Governo presieduto da Mario Draghi”. Le regole: “Potranno votare solo gli iscritti da almeno sei mesi, con documento certificato. Ciascun iscritto può verificare il proprio stato di iscrizione facendo login e controllando il bollino colorato accanto al nome (in alto a destra): se il bollino è verde l’utente è certificato e abilitato al voto. Si comunica a tutti gli iscritti che i quesiti specifici da sottoporre in votazione, saranno pubblicati nelle prossime ore”. Una decisione a sorpresa.
Per il voto aveva spinto, come aveva raccontato Adnkronos, il “dominus della piattaforma” Casaleggio, arrivato a Roma anche lui la scorsa settimana per il momento delicato. A considerare il voto online un’opzione primaria anche il capo politico Vito Crimi, in una riunione con i gruppi, “ma in questo momento non abbiamo ancora il programma: aspettiamo martedì la fine delle consultazioni con Draghi, poi decideremo”. Sperando che chi spinge per il voto sia in pari con i pagamenti delle quote alla piattaforma, ha aggiunto.
I ribelli restano ribelli e sulle barricate. Alessandro Di Battista non cambia idea. L’ex ministra per il Sud Barbara Lezzi e l’ex ministro a Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli nemmeno. Altri parlamentari contro Draghi sono Mattia Crucioli, Francesco Forciniti, Pino Cabras, Davide Zanichelli, Rosa Alba Testamento. Resta innominabile per molti l’alleanza con Forza Italia di Silvio Berlusconi. Si teme per la misura simbolo dei grillini “di governo”, il Reddito di Cittadinanza: che venga tagliato o stralciato.
Il rischio è quindi quello di una vera e propria spaccatura, finora evitata. “Con il voto su Rousseau il Movimento rischia di esplodere – ha detto un deputato sempre ad Adn-Kronos – ormai la maggioranza degli eletti vede la piattaforma come un’entità astratta totalmente slegata dalla vita del Movimento”. In fondo l’aveva detto Grillo, citando Platone: “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti”. Le urne sono un pericolo, ma anche quelle interne. Domani i 5 Stelle saranno alle consultazioni con Draghi a partire dalle 17:15: non è esclusa la presenza, anche a questo giro, del garante e comico.