La crisi
Draghi si dimette e Mattarella lo manda in Parlamento, cosa succede ora al governo: gli scenari, i partiti, le elezioni
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Tutto rimandato, se ne riparla mercoledì prossimo alle camere. Non è chiaro se il premier confermerà allora le dimissioni o se si presenterà una nuova situazione. La crisi di governo evocata, rinfocolata e alimentata nelle scorse settimane è esplosa come previsto sul voto al decreto legge Aiuti. Il Movimento 5 Stelle non ha votato la fiducia al Senato.
Seppure il governo avrebbe i numeri per continuare, Draghi ha interpretato la crisi in senso politico: aveva ribadito martedì in conferenza stampa che l’esecutivo non sarebbe andato avanti senza il M5s e che non ci sarebbe stato un Draghi bis. Subito dopo il voto di questa mattina il premier ha annullato il consiglio dei ministri previsto alle 15:30 ed è salito al Quirinale. La notizia delle dimissioni è arrivata pochi minuti prima delle 19:00 accompagnata da un comunicato.
“Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente. Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani”.
La nota è stata diffusa durante il Consiglio dei ministri del pomeriggio. Il Capo dello Stato ha respinto le dimissioni del Presidente del Consiglio intorno alle 20:00. “Il Presidente della Repubblica non ha accolto le dimissioni e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica”, si legge nella nota che ha diffuso il Quirinale.
Il discorso di Draghi alle Camere sarebbe stato programmato a mercoledì perché il premier sarà impegnato lunedì 18 luglio e martedì 19 luglio a un vertice intergovernativo in Algeria “per stringere nuovi accordi sul gas che non potrebbero essere sottoscritti da un premier dimissionario” come scrive Repubblica. In sostanza fino a mercoledì resterà premier. Le sue parole sembrano piuttosto definitive nella conferma delle dimissioni. Diversi partiti hanno già espresso l’auspicio di un nuovo governo Draghi.
A commentare tra i primi il leader di Italia Viva ed ex premier Matteo Renzi: “Draghi ha fatto bene, rispettando le Istituzioni: non si fa finta di nulla dopo il voto di oggi. I grillini hanno fatto male al Paese anche stavolta. Noi lavoriamo per un Draghi-Bis da qui ai prossimi mesi”. Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha parlato di cinque giorni di lavoro affinché il parlamento confermi la fiducia a Draghi. “Ora solo al lavoro perché mercoledì alle Camere si ricrei la maggioranza e il Governo Draghi possa ripartire. Il Paese piomba in una crisi gravissima che non può permettersi”.
Fratelli d’Italia, partito di Giorgia Meloni primo praticamente in tutti i sondaggi sulle intenzioni di voto, spinge per le elezioni subito: “Niente scherzi, questa legislatura è finita. Ora si vada al voto io sono pronta a governare. Noi vogliamo battere il Pd, spero anche gli altri partiti del centrodestra“. Parole non casuali vista la situazione tesa nella coalizione dopo i risultati delle ultime amministrative e la posizione moderata espressa da Forza Italia sul futuro e quella della Lega: il segretario Salvini aveva parlato di voto subito mentre il ministro Giorgetti solo questo pomeriggio di tempi supplementari del governo. Un comunicato ha intanto definito il Carroccio compatto nel voler andare al voto.
Il Movimento 5 Stelle riunisce in queste ore il Consiglio Nazionale. “Chiediamo di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O si hanno risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti”, aveva detto il leader Giuseppe Conte, protagonista della crisi con il suo partito, dopo il voto in Senato.. Alcuni analisti non escludono che possano votare la fiducia per un nuovo governo di unità nazionale. Beppe Grillo, riferiscono fonti del M5s all’Ansa, ha approvato.
“I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l’apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi – ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ex leader del Movimento, appena fuoriuscito e fondatore di Insieme per il Futuro – Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi”. Lo scenario è confuso, frammentato, anche all’interno degli stessi partiti. Tutto potrebbe cambiare anche nel giro di pochi giorni. Mattarella con la sua mossa ha chiesto che la crisi si aprisse formalmente in Parlamento, come previsto da Costituzione, e che i partiti si prendano la responsabilità del futuro con un voto.
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