Accolto da un fragoroso applauso della platea gremita, Mario Draghi conquista a mani basse il Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Il presidente del Consiglio arriva alla kermesse di CL attraversando la sala centrale della fiera di Rimini già traboccante di cittadini che gli regalano applausi e parole di ringraziamento, quindi sale sul palco dove ad attenderlo nelle prime file ci sono il presidente della Fondazione Meeting Bernhard Scholz, il Prefetto di Rimini Giuseppe Forlenza e il sindaco della città romagnola Jamil Sadegholvaad.

Un ritorno per Draghi, già salito sul palco del Meeting nel 2009, quando era ‘solo’ Governatore della Banca d’Italia, e poi nel 2020, pochi mesi dopo la scadenza del suo mandato da presidente della Banca centrale europea.

Il premier si riprende la scena dunque, prima di abbandonarla per lasciare il suo posto a Palazzo Chigi al futuro vincitore delle elezioni fissate il 25 settembre. Il suo primo messaggio è rivolto agli italiani, ai più giovani chiamati a votare: “Vivete la politica soprattutto come testimonianza di una vita coerente con gli ideali, sperate, combattete e costruite. Voi giovani siete la speranza della politica”, dice il presidente del Consiglio alla platea.

Quindi un passo indietro, con Draghi che ricorda come la sua ultima volta al Meeting “eravamo in una fase acuta e dolorosa della pandemia e si provava a riflettere su come ricostruire“, con la “necessità di sostenere famiglie e imprese. Dissi di tornare ad una crescita sostenibile“, “parlai di debito buono e debito cattivo. Queste idee hanno ispirato il governo di unità nazionale“, ha sottolineato il premier.

Guardando invece avanti, lo scenario che si prospetta non è esattamente dei più semplici, “un momento estremamente complesso per l’Italia e la Ue, con il quadro geopolitico in rapida trasformazione con il ritorno della guerra e le tensioni su Taiwan. La congiuntura economica è segnata da una profonda incertezza” e l’inflazione “pesa in modo molto gravoso sui bilanci di famiglie e impese”, ricorda Draghi.

Eppure il messaggio che lancia il presidente del Consiglio è quello di vedere con ottimismo il futuro, anche alla luce del lavoro svolto in questi mesi. “Sembravamo avviati verso una ripresa lenta e incerta, a 18 mesi di distanza possiamo dire che non è andata così: gli italiani hanno reagito con coraggio e concretezza e hanno riscritto una storia che sembrava già decisa. Insieme abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese che ha tutto quello che serve per superare le difficoltà che la storia ci mette davanti”, le sue parole, con l’invito agli italiani “ad andare a votare” perché convinto che “il prossimo governo, di qualunque colore sarà, riuscirà a superare le difficoltà che sembrano insormontabili: l’Italia ce la farà anche questa volta”.

Italia che deve restare credibile nello scacchiere internazionale, deve allontanare ogni ipotesi di isolazionismo. È questa la ricetta dettata dal premier nel suo intervento, in quello che appare come un evidente messaggio alle spinte sovraniste nel campo del centrodestra, in cui ha ricordato come il nostro Paese è “fondatore di Ue, protagonista del G7 e della Nato”, e per questo “protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale”, allontanando così “illusioni autarchiche del secolo scorso”. L’Italia, ha ricordato Draghi, “non è mai stata forte quando ha deciso di fare da sola. Il posto dell’Italia è al centro dell’Unione europea, ancorato al patto atlantico ai valori di democrazia libertà e progresso che sono nella storia della nostra Repubblica“.

Un focus importante del discorso è quindi dedicato alla delicata questione del gas e dei prezzi alle stelle di questi mesi, col rischio di un inverno difficile per il Paese, per le famiglie e le imprese. Le responsabilità e le soluzioni per Draghi sono evidenti: “La Russia non ha esitato a usare il gas come arma geopolitica contro l’Ucraina e suoi alleati europei”, l’accusa del premier. Quanto alle soluzioni, il leitmotiv è il price cap già proposto dal presidente del Consiglio in sede europea: “Abbiamo spinto molto a livello Ue per un tetto massimo al prezzo del gas. Alcuni paesi continuano ad opporsi perché temono blocchi forniture“. Ma i “limiti di questa posizioni” sono evidenti, spiega Draghi: “L’Unione europea e si trova con forniture incerte e costi aumentati. Nel prossimo consiglio europeo sarà presentata una proposta dalla commissione”.

Oltre all’impegno politico sul prezzo del gas, la strategia del governo attuale si è concentrata sullo stoccaggio e sulla diversificazione: le importazioni di gas russo sono “sempre meno significative e una loro eventuale interruzione avrebbe un impatto minore, gli stoccaggi sono oramai all’80% in linea con il raggiungimento del 90% entro ottobre“, ha sottolineato nel suo intervento Draghi. Inoltre con i nuovi rigassificatori, che tanto hanno diviso le coalizioni in queste settimane, “l’Italia sarà in grado di essere completamente indipendente dal gas russo dall’autunno 2024, è un obiettivo fondamentale per la sicurezza nazionale”, ha ricordato il premier.

Redazione

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