Draghi vede Mattarella e lancia ultimatum ai partiti: “Unità o tutti a casa”

La scellerata settimana che ha portato al Mattarella bis non è stata da monito per i partiti e il premier Mario Draghi nelle scorse ore è stato costretto a un nuovo, ennesimo, richiamo alla responsabilità. “Il governo è nato per fare le cose, è stato voluto dal Presidente Mattarella con questo obiettivo” ha chiosato il presidente del Consiglio nel corso della cabina di regia, “tutta politica”, a Palazzo Chigi, convocata al rientro da Bruxelles con il solo obiettivo di far chiarezza dopo l’incidente della notte sul Milleproroghe, dove l’Esecutivo è andato ben quattro volte sotto.

Draghi, “molto irritato” secondo le testimonianze dei presenti, prima del rientro a Palazzo Chigi avvenuto alle 18, è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. Un incontro sul quale al momento vige il massimo riserbo ma dove il premier avrebbe informato il Capo dello Stato sul vertice nella capitale belga sulla situazione in Ucraina oltre alle difficoltà incontrate in Parlamento a causa della spaccatura dei partiti di maggioranza. Draghi avrebbe infatti lanciato un vero e proprio ultimatum ai partiti (“O la maggioranza regge e garantisce i voti o si va tutti a casa” in sintesi).

Draghi è ora al lavoro nel suo ufficio in vista del Consiglio dei ministri che dovrebbe tenersi domani mattina: sul tavolo le nuove misure contro il caro-bollette. Nel corso della cabina di regia ha chiesto ai ministri presenti (Patuanelli, Giorgetti, Gelmini, Orlando, Bonetti e Speranza) spiegazioni su quanto avvenuto sul Milleproroghe. Il premier ha spiegato che i prossimi mesi saranno decisivi per l’azione di Governo che non può essere compromessa dalle logiche di turno dei partiti. Una strigliata ai capidelegazione di maggioranza che sembra quasi un ultimatum.

La sintesi dell’ennesima giornata “no” della politica italiana la regala il ministro, in quota Lega (ma quasi lontano dalle posizioni del leader Matteo Salvini) Giancarlo Giorgetti: “Se i capigruppo non controllano i gruppi è grave, ma se li controllano e questo è il risultato voluto è peggio”