Tragedia in una scuola superiore della provincia di Bari dove questa mattina, mercoledì 1 dicembre, uno studente dei 14 anni è morto dopo essere precipitato nel vuoto da una finestra di un’alta al primo piano. L’episodio è avvenuto nel liceo scientifico Orazio Tedone a Ruvo di Puglia. Inutili i tentativi di soccorso di alunni, professori e personale scolastico. All’arrivo del 118 il giovane era già privo di vita.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Molfetta che hanno avviato le indagini, coordinate dalla procura di Trani, per far luce su quanto accaduto. Al momento non è esclusa alcuna ipotesi in attea di ricostruire la dinamica. Non è chiaro se il ragazzo si sia avvicinato dal solo alla finestra e chi fosse con lui. Una prima ipotesi, al momento non confermata, è che il 14enne, al primo anno di liceo, si sia volontariamente lanciato nel vuoto dopo una interrogazione andata male.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, la vittima aveva ricevuto un brutto voto in una materia, così come la maggior parte dei compagni di classe, durante una interrogazione a sorpresa. Durante l‘intervallo tra una lezione e la successiva, mentre in classe non c’erano professori e i compagni chiacchieravano tra loro, sarebbe salito sul davanzale della finestra lasciandosi poi cadere nel vuoto per diversi metri. Alcuni compagni di classe si sarebbero accorti di quanto stava accadendo – hanno raccontato agli investigatori – e avrebbero tentato di fermarlo e farlo desistere.

Saranno accertamenti più approfonditi a escludere con certezza la possibilità che il ragazzo abbia perso l’equilibrio. Sotto choc studenti e professori del liceo barese. Sul posto anche il sindaco di Ruvo, Pasquale Chieco, e alcuni psicologi della Asl.

Sui social il primo cittadino scrive: “Esprimo la vicinanza di tutta la nostra città alla famiglia di questo ragazzo alle prese con una sofferenza ingiusta e insostenibile. Siamo vicini anche ai suoi insegnanti, ai suoi compagni, alla dirigente delle liceo, impegnati, come tutti noi, nel tentativo di decifrare questo indecifrabile rompicapo. Spente le sirene, passato il brusio delle mille voci, tornate nel silenzio le urla e le grida, chiusa la porta dell’ufficio di un sindaco, non restano che dolore e disperazione – scrive Chieco – . Una vita giovanissima si è interrotta improvvisamente, con ancora intatti tutti i desideri, con il mondo intero ancora da conoscere”. “E’ difficile riprendere la vita quotidiana con un simile fardello addosso. Il solo impegno che ognuno di noi puo’ prendere – conclude il sindaco -è quello di interrogarci sempre e con sincerità sulle fragilità nostre come su quelle di chi ci sta accanto, restare vicini, restare solidali. E, naturalmente, non dimenticare”.

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.