Il carcere e le donne. Nei giorni scorsi il Riformista si era occupato di questo aspetto, evidenziando come la stragrande maggioranza degli istituti penitenziari non siano a misura di donne, rendendo la reclusione delle detenute una condanna aggiuntiva. Quando poi si arriva a stare in sei, sette o addirittura in quindici, sì quindici, in una cella la situazione diventa molto più critica. D’estate ancor di più. L’aria filtra piano, la disponibilità di acqua non è illimitata, lo spazio vitale è ridotto al minimo, forse anche meno del minimo. In Campania il sovraffollamento è un problema anche nel carcere femminile, quello di Pozzuoli, l’unico della regione organizzato per ospitare donne. Sorge nella sede di un convento risalente al XV secolo, che nel corso della sua storia è stato manicomio criminale e successivamente carcere femminile. La struttura è composta di tre reparti, 26 celle in tutto.

Delle tre sezioni, una è destinata alle detenute affette da problemi di salute mentale e un’altra è destinata alle semi-libere e alle lavoratrici. Attualmente la popolazione detenuta è di 146 donne, a fronte di una capienza regolamentare di 102 posti. Il sovraffollamento, quindi, è una realtà anche qui, il che si traduce in una più difficile gestione di tutta la struttura e di chi la vive. In ogni cella sono presenti letti a castello per un numero che varia dalle sei alle quindici persone per cella. Inoltre, in tutte le celle, a causa di disfunzioni dell’impianto, ci sono problemi per la fornitura di acqua corrente e acqua calda. Le criticità sono state rilevate dalle osservatrici campane dell’associazione Antigone anche durante la loro recente visita all’interno della casa circondariale femminile.

Il sovraffollamento si trascina dietro tutta una serie di altre criticità. «Oltre al sovraffollamento abbiamo riscontrato un elevato numero di detenute che fanno uso di benzodiazepine al bisogno. Molto alto anche il numero di detenute con doppia diagnosi (psichiatrica e di dipendenza)». Eccolo il quadro che emerge, ecco lo scenario dei tanti drammi che si consumano dietro le sbarre. Nel carcere di Pozzuoli sono presenti psichiatri a turnazione per un numero complessivo di 38 ore settimanali, fa sapere Antigone. Da novembre 2020 la nuova direzione si è impegnata nella realizzazione e nell’approvazione di vari progetti, anche di ristrutturazione della struttura sebbene si tratti comunque di un edificio costruito intorno al ‘500 e pertanto difficile da ammodernare. La costante, quindi, resta sempre la stessa: carceri vecchie e sovraffollate.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).