Quattro barche in attesa
Dramma migranti, quattro navi con a bordo neonati a largo della Sicilia tra onde di 6 metri chiedono aiuto: “Serve un porto sicuro”
Il “Gruppo di Visegrad” si allarga a ovest. A farne parte è entrata l’Italia. L’Italia di Giorgia Meloni. Da Bruxelles, dove ha incontrato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, la premier italiana ufficializza la mission del Governo che presiede. Sul fronte migranti, dichiara Meloni, “la nostra priorità ora è la difesa dei confini esterni, non la redistribuzione”.
Una linea da sempre difesa dai governi dei Paesi di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Ungheria). E tra una polemica e un rimpallo di responsabilità, non si sblocca l’odissea dei migranti al largo della Sicilia: da giorni nel Mediterraneo ci sono quattro navi gestite da altrettante Ong. A bordo della Ocean Viking di Sos Méditerranée ci sono 234 migranti, sulla Humanity 1 di SOS Humanity 179, e sulla Geo Barents di Medici Senza Frontiere 572. A queste tre si è aggiunta ieri la piccola imbarcazione Rice Above della ong tedesca Mission life line battente bandiera tedesca. La barca, che ha soccorso 95 persone tra cui molti bambini, alcuni dei quali neonati, chiede con urgenza di essere soccorsa: “Le difficile condizioni meteo non permettono di restare ancora in mare: serve subito un porto sicuro di sbarco”. Le persone a bordo delle navi in pericolo sono in tutto 1075.
Al momento, l’Italia non ha intenzione di comunicare un porto sicuro per lo sbarco, ma la Francia ha invitato il nostro Paese a farlo. Abbiamo detto all’Italia, e lo diciamo insieme alla Germania, che se la Ocean Viking verrà accolta in Italia, anche noi accoglieremo una parte dei migranti, ha detto il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin. “Ho incontrato il nuovo ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi – ha continuato -. Non dubitiamo che l’Italia rispetterà il diritto internazionale. Ma diciamo anche all’Italia che il problema della sua geografia, di essere dunque il Paese più vicino a questa nave non significa che debba essere lasciata sola”. “Da ministro ho fatto rispettare i confini e mi sono meritato la fiducia degli italiani e 4 processi. Ma io ritengo che sia normale che se c’è una nave norvegese si debba parlare con la Norvegia, se c’è una nave tedesca è un problema della Germania. Gli italiani hanno scelto un governo salva le persone in mare, ma si fa rispettare. L’Italia non può essere il centro profughi di tutta Europa”, sentenzia Matteo Salvini.
Secca la replica di Oslo, recapitata alla Farnesina tramite una nota verbale dell’ambasciata norvegese a Roma. «La Norvegia – recita la nota – non ha alcuna responsabilità ai sensi delle convenzioni sui diritti umani o del diritto del mare per le persone imbarcate a bordo di navi private battenti bandiera norvegese nel Mediterraneo». Non solo: Oslo ha anche fatto presente che “la responsabilità primaria nel coordinamento dei lavori per garantire un porto sicuro alle persone in difficoltà in mare è di competenza dello Stato responsabile dell’area di ricerca e di salvataggio in cui è stata presentata tale assistenza”.
Importante è anche la presa di posizione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale: “Il Garante nazionale, nell’urgenza di salvaguardare l’incolumità fisica e psichica delle persone soccorse in mare da alcune navi battenti bandiera norvegese e tedesca, ribadisce fermamente la necessità che i diritti fondamentali delle persone prevalgano sulle controversie tra Stati. Come già in passato e quale proprio dovere in quanto Meccanismo nazionale di prevenzione di trattamenti inumani o degradanti in virtù di un trattato Onu ratificato dall’Italia, ricorda a tutte le parti coinvolte i rischi che un mancato celere sbarco in un porto sicuro comporta, non solo per la salute delle persone ma anche sul piano della responsabilità in sede internazionale. A bordo delle navi in attesa si trovano centinaia di minori non accompagnati e persone vulnerabili provate da una lunga e travagliata permanenza in mare. Una situazione che deve terminare”.
Intanto le condizioni a bordo per i quasi mille migranti diventano sempre più difficili da gestire. «Le 179 persone a bordo della Humanity 1 hanno urgente bisogno di un posto sicuro! – lancia l’appello la ong Sos Humanity – le condizioni di salute dei naufraghi stanno peggiorando. A causa delle temperature fredde di notte si sta diffondendo la febbre a bordo. I test Covid sono comunque negativi». Anche dalla Geo Barents, con 572 persone a bordo da una settimana le condizioni si fanno sempre più difficili. «Queste persone dormono per terra e mangiano cibo liofilizzato. Abbiamo dovuto razionare l’acqua delle docce per la prima volta – racconta Candida Lobes di Msf da bordo della nave – Abbiamo persone vulnerabili: donne incinte, bambini e minori non accompagnati. Ne abbiamo più di 60. La bambina più piccola ha 11 mesi». Sono uomini, donne e bambini che hanno passato mesi e anni nelle carceri libiche, subendo violenze e abusi. «L’unica cosa di cui hanno bisogno immediatamente è sbarcare in un posto in cui sentirsi di nuovo al sicuro».
La situazione a bordo della Ocean Viking sta precipitando, le previsioni meteo annunciano vento forte, onde alte e un abbassamento delle temperature entro la fine della settimana e le scorte si stanno esaurendo. I naufraghi devono sbarcare senza ulteriori ritardi”. La Humanity 1 ha inviato ben 17 richieste di porto, tutte ignorate: “Le condizioni di salute dei naufraghi – segnala – stanno peggiorando. A causa delle temperature fredde di notte si sta diffondendo la febbre a bordo”. Salvarli non rientra nelle priorità di chi vorrebbe mandarli in Norvegia.
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