Dopo il blitz dei Carabinieri partito all’alba di ieri tra il Lazio, l’Emilia-Romagna e la Campania, che ha portato all’arresto di 39 persone (undici in carcere e 28 agli arresti domiciliari) indiziate per aver acquistato all’estero o sul dark o deep web sostanze psicotiche di vario genere, iniziano a circolare i nomi dei protagonisti. Una fitta trama che si intreccia nel centro di Roma, tra locali frequentati da vip, negozi e stabilimenti, passando anche per uffici Ater (uno in via di Valle Aurelia), un’agenzia della Banca Intesa San Paolo a Grottaferrata, e una scuola.

Il traffico nella Capitale tra nei locali in voga

Proprio nella Capitale, confluiva parte del traffico di sostanze illecite in un “centro di importazione“, coordinato da diverse persone, che agivano in gruppi più o meno organizzati e che operavano sul territorio nazionale. Si occupavano di alimentare il traffico illecito in entrata e di gestirne in molti casi la successiva distribuzione alla nutrita clientela, anche altolocata, utilizzando un linguaggio “in codice” per sviare le indagini.

A capo di uno dei centri di spaccio, i militari hanno individuato Danny Beccaria, che agiva insieme a Clarissa Capone e alla dentista napoletana Rosa Trunfio. Con loro anche Gennaro Quasto, che risulta essere anche percettore del reddito di cittadinanza.

Dagli atti dei carabinieri del Nas, in cui c’è uno stralcio di un’intercettazione di una conversazione telefonica di Capone, risulta che la squadra di spaccio vendeva anche a un politico “che abita di fronte alla Cassazione”, conosciuto attraverso un giornalista, anche lui acquirente, intercettato al Festival del Cinema. Si tratterebbe di un senatore che riceveva le sostanze direttamente nella sua abitazione che affaccia sul ‘Palazzaccio’.

Ma ci sono anche altri clienti. Denny Beccaria, il capo dell’organizzazione, procacciava acquirenti in diversi locali noti della Capitale, come il “Frutta e verdura” in zona San Paolo. Spunta anche il nome di un sacerdote, così come conduttori radiofonici ed appartenenti alle forze dell’ordine.

I militari, dopo mesi di indagini coordinate dalla procura di Roma, sono venuti a capo di un sistema organizzato, per l’acquisto della droga su internet, spedizioni internazionali da Olanda, Repubblica Ceca, Germania e Canada, e consegne a domicilio o sul posto di lavoro da corrieri ignari della merce che stavano recapitando. Le nuove sostanze psicotiche venivano ordinate su internet e pagate in criptovalute.

Gli indagati

Diversi i nomi presenti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari  firmata dal gip Roberto Saulino. Ai domiciliari, anche Claudia Revelli, 71 anni, sorella dell’attrice Ornella Muti, già finita nei guai a settembre dopo che la polizia trovò nel suo appartamento tre flaconi contenenti un litro di Gbl, la droga dello stupro. Oltre all’ex attrice, un pittore nato a New York ma residente nella Capitale, Luigi Alexander Di Meglio.

E ancora il funzionario Ater di Roma, Pietro Fabbri e un dipendente della Asl Roma4, Vincenzo Guida. E poi un architetto originario di Salerno e anche il gestore di alcuni B&b, Marco Locatelli. E poi un impiegato della Banca Intesa San Paolo, Massimo Rolli, e un architetto, Carmine Magna.

Redazione

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