Droni, cani e bestemmie: la cattura spettacolare del latitante Antonio Di Martino

E’ stato arrestato grazie ai droni delle forze dell’ordine che sono riusciti a scovarlo nella foresta dei Monti Lattari dove ha provato a dileguarsi insieme all’aiuto di due familiari. Con un blitz avvenuto nella notte del 28 dicembre, è finita la latitanza di Antonio Di Martino, 40 anni, boss dell’omonimo clan attivo tra Castellammare di Stabia, Gragnano e Pimonte, in provincia di Napoli, zona dei Monti Lattari dove l’attività criminale principale è quella dello spaccio di marijuana.

Una operazione difficile quella che ha visto protagonista la Squadra Mobile della Questura di Napoli, diretta dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini e dalla sezione catturandi guidata dal dirigente Massimiliano Russo (in precedenza dalla dottoressa Brancati), coadiuvata dagli agenti del Commissariato di Castellammare di Stabia con l’ausilio del personale del Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (N.O.C.S.) e del Gruppo Esplorazione Aeromarittima della Guardia di Finanza.

TRADITO DAL NATALE – Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e, nello specifico, dal sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta, si sono intensificate durante il periodo natalizio quando gli investigatori, grazie soprattutto ad intercettazioni telefoniche, hanno avuto la certezza che Di Martino, ricercato dal 2018 e più volte sfuggito in passato alle forze dell’ordine, tornava spesso presso l’abitazione dei suoi familiari per le festività natalizie. Abitazione situata in una zona strategia di Gragnano, a pochi passi dalla montagna e dalla fitta boscaglia.

Già lo scorso 24 dicembre, vigilia di Natale, i poliziotti erano stati vicinissimi a catturarlo. Pochi giorni dopo, il blitz che ha assicurato alla giustizia Di Martino. Una operazione tutt’altro che agevole, così come documentano le immagini video diffuse dalla Questura di Napoli.

Di Martino infatti godeva di una morfologia del territorio che gli permetteva, come già accaduto in passato, di sottrarsi alla cattura. “Avevamo capito già da alcune settimane – spiega il dirigente della Squadra Mobile Alfredo Fabbrocini – che faceva ritorno presso la sua abitazione. Ovvero un agglomerato di case dove vivono tutti i suoi parenti. Dalla sua casa – aggiunge – attraverso alcune strutture appositamente creata era capace di accedere alla montagna, con una vegetazione fortissima”.

LE IMMAGINI DELLA CATTURA

https://video.ilriformista.it/latitante-preso-grazie-ai-droni-l-arresto-del-boss-antonio-di-martino-gw8ijaVKfU

IL DRONE SPECIALE – Il blitz della scorsa notte con 100 uomini in azione e con l’ausilio del Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (NOCS) e del Gruppo Esplorazione Aeromarittima della Guardia di Finanza. Le fiamme gialle hanno messo a disposizione un drone che viaggia a circa 5mila metri di altezza, dotato di termocamere grazie alle quali sono stati individuati Di Martino e due suoi familiari mentre tentavano la fuga nella foresta dei Monti Lattari.

Di Martino ha tentato la fuga grazie, probabilmente, alla segnalazione di numerosi cani di grossa taglia a presidio delle abitazioni della famiglia. E’ stato catturato dopo circa un’ora e mezza con l’ausilio anche di altre due droni in dotazione alla polizia che volano ad una altezza più bassa.

“Un gruppo si avvicinava dal lato della montagna, altri invece dalla via principale. Abbiamo saturato gli ambienti e non senza difficoltà siamo riusciti ad acciuffarlo” spiega Fabbrocini che poi rivela: “Al momento dell’arresto Di Martino ha pronunciato frasi irriguardose nei nostri confronti. Parole che è meglio non riportare”.

“Sono orgoglioso di questo impegno corale da parte della polizia di Stato” dichiara il questore di Napoli Alessandro Giuliano. “Uno sforzo investigativo e operativo che non si è fermato neanche durante le festività natalizie quando abbiamo avuto la certezza del ritorno dai suoi familiari di Di Martino” aggiunge.

Si tratta – sottolineano gli investigatori – di “uno dei latitanti più difficili da prendere in questo momento in Italia per la morfologia del territorio dove si nascondeva”.

Soddisfazione anche dal procuratore Giovanni Melillo: “Ringrazio l’attività svolta dalla polizia giudiziaria. Si è trattato di un intervento difficile per il territorio in cui si è svolto. L’arresto di Di Martino è importante perché si tratta di un soggetto che aveva assunto una posizione di speciale rilievo nel contesto camorristico dell’area stabiese, con un ruolo attivo nello spaccio stupefacenti e nelle estorsioni”.

IL PROFILO – Antonio Di Martino, 40 anni,  già gravato da precedenti penali, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel 2018 dal Gip di Napoli, in quanto ritenuto gravemente indiziato del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Figlio del boss Leonardo detto ‘o Lione, è ritenuto ai vertici dell’omonima organizzazione criminale operante principalmente nel territorio a ridosso dei Monti Lattari e, in particolare, nei comuni di Gragnano, Pimonte e Castellammare di Stabia (Napoli).

LE FUGHE – Il ricercato già in passato è sfuggito ai tentativi di cattura da parte delle forze dell’ordine: nel 2013 si diede alla fuga dopo aver violentemente aggredito una pattuglia dei Carabinieri che lo aveva fermato per un controllo; nel 2015, intercettato da una pattuglia della Polizia stradale, riuscì a fuggire dopo essersi lanciato nel vuoto da un cavalcavia dell’autostrada A16; nel 2018 si è sottratto all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare per cui è latitante, gettandosi nell’area boschiva adiacente.