Gli inquirenti non credono al marito secondo cui la donna è tornata in Europa
È caccia alla madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen l’unica ancora ricercata tra gli accusati dell’omicidio della 18enne
Nazia Shaheen è la sola persona tra i cinque incriminati dell’uccisione della 18enne Saman Abbas a essere ancora ricercata. Dopo la cattura del marito Shabbar Abbas e le verifiche in un casolare nei pressi della casa di Novellara dove viveva la famiglia di origini pakistane, ora le operazioni di ricerca si concentrano anche sulla 49enne, che subito dopo la sparizione nel nulla della figlia, nella primavera del 2021, era volata in Pakistan con il marito. Saman Abbas non è mai stata ritrovata: aveva rifiutato un matrimonio combinato dalla famiglia con un cugino in Pakistan. Gli inquirenti ipotizzano un omicidio.
In carcere, a differenza della donna, il cognato Danish Hasnain, e i cugini della 18enne Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. Il marito, 46 anni, che la settimana scorsa è stato rintracciato e preso dalla polizia pakistana nella Regione del Punjab, ha dichiarato che la moglie “è rientrata in Europa e io non ne so più niente”. Il Corriere della Sera riporta le parole di uno degli investigatori italiani impegnati sul caso. “Se avesse davvero lasciato il Pakistan, Nazia sarebbe un pesce fuor d’acqua …”. La 49enne potrebbe trovarsi invece nei pressi del villaggio alle porte di Mandi Bahauddin dove si trovava il marito.
“Non è qui nascosta ma altrove” aveva detto l’uomo all’altro figlio, il 17enne che con la sua testimonianza ha indirizzato ulteriormente le indagini verso la sua famiglia, quando in Francia era stato arrestato Hasnain. La prima udienza del processo si terrà il 10 febbraio. Il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per i cinque imputati di omicidio e soppressione di cadavere. Si sono costituiti parti civili l’associazione Penelope, il fratello minore di Saman Abbas, la sindaca di Novellara, Elena Carletti e l’Unione delle comunità islamiche in Italia.
Fissato per oggi alle 12:00 il conferimento della perizia tecnica per rimuovere e identificare il cadavere ritrovato nella cascina a poche centinaia di metri dalla casa in cui viveva la famiglia della 18enne a Novellara. L’indicazione sarebbe arrivata dallo stesso zio Hasnain e non dal padre della ragazza arrestato pochi giorni prima in Pakistan. La Presidente della Corte d’Assise di Reggio Cristina Beretti ha definito “molto probabile” che i resti appartengano alla ragazza visti “luogo e accurato sotterramento”. La Procura aveva depositato in Corte una richiesta urgente di incidente probatorio per riesumare il corpo.
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