Le proteste in tutta Italia
È il “No Meloni Day”, gli studenti in piazza contro il governo: “Continuiamo a morire a scuola”

Per chi ha lanciato la protesta e scenderà oggi in piazza non si parla abbastanza di scuola e università nella legge di bilancio e non si è fatto niente per modificare il sistema dell’alternanza scuola lavoro. E quindi oggi andrà in scena in diverse città italiane il “No Meloni Day”: una giornata di proteste in diverse piazze, da Nord a Sud in tutta Italia, contro le politiche sull’istruzione del governo di centrodestra. I comunicati degli organizzatori fanno riferimento agli scarsi fondi destinati all’educazione e alla questione dell’alternanza scuola lavoro.
Secondo Today sono oltre 35 le città coinvolte. Le manifestazioni sono state organizzate da Udu e Rete degli studenti con il sostegno di Uds, Link coordinamento universitario, Rete della conoscenza, Action Aid, Fiom, Flc, Legambiente, Libera contro le mafie e Non una di meno. A Milano il ritrovo alle 9:30 in largo Cairoli, quindi il corteo per le vie del centro della città. La sede dell’Enel di via Broletto è stata imbrattata con della vernice.
Lo scorso martedì sera alcuni membri dei collettivi studenteschi hanno improvvisato un’occupazione lampo della sede di Assolombarda in via Pantano. I manifestanti erano vestiti con tute bianche, simbolicamente macchiate di rosso, come fossero insanguinate, e hanno esposto striscioni e cartelli con le scritte: “Parlate di sicurezza e noi continuiamo a morire a scuola” e “Lorenzo, Giuliano e Giuseppe, omicidi di Stato”. I riferimenti erano ai tre ragazzi morti in fabbrica nelle ore di alternanza scuola-lavoro.
“Abbiamo chiesto a questo nuovo Governo di abbandonare la retorica della meritocrazia e di provare a ragionare di un chiaro e netto investimento sul futuro dell’istruzione di questo Paese. A oggi, invece, tutto ciò che abbiamo ricevuto sono state silenzio e manganellate. Nessuno parla di scuola e università nella legge di bilancio ormai alle porte. Questo governo ha un solo merito: quello di non averne nessuno”, hanno scritto gli organizzatori della protesta (UdU e Rete degli Studenti). Non mancano rivendicazioni contro il decreto rave e contro le condizioni dell’edilizia scolastica nei comunicati.
Ad AdnKronos, la responsabile della comunicazione dell’Unione degli Studenti Alice Beccari ha parlato di “un modello alternativo della scuola rispetto a quello proposto dal governo attuale così come rispetto a quelli precedenti. Riguardo al ‘merito’ noi protestiamo: il diritto allo studio deve essere sempre garantito a tutte e a tutti senza distinzioni di sorta. Le nostre rivendicazioni si basano su cinque pilastri: diritto allo studio, istruzione integrata al posto dell’alternanza scuola-lavoro, benessere psicologico, più rappresentanza e più diritti per gli Studenti e le studentesse”.
I riferimenti dei collettivi alle “manganellate” rimanda ai fatti dell’Università La Sapienza a Roma: quando all’indomani dell’insediamento del governo Meloni, lo scorso 25 ottobre, alla facoltà di Scienze Politiche della Sapienza si erano verificati momenti di tensione e scontri tra manifestanti e polizia. Il presidio era stato convocato in occasione di un convegno organizzato da Azione Universitaria con la partecipazione di Daniele Capezzone e Fabio Roscani, esponente di Fratelli d’Italia e presidente di Gioventù Nazionale.
A fare il giro dei media erano state anche le immagini delle manifestazioni di Bologna del 10 novembre quando era stato appeso in strada un manichino impiccato a testa in giù raffigurante la Presidente del Consiglio. L’azione violenta era stata condannata da tutte le posizioni politiche. Le manifestazioni di oggi si terranno tra le altre città a Roma, Bologna, Udine, Genova, Perugia e Taranto. “Contro ogni forma di razzismo, contro ogni forma di patriarcato e omolesbobitransfobia, contro guerra e devastazione climatica, scendiamo in piazza per un futuro degno per tuttə”, uno dei post del centro sociale Cantiere di Milano sulle proteste di oggi.
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