È morta Rossana Rossanda, a 96 anni se ne va “la ragazza del secolo scorso”

“Addio Rossana Rossanda”. Con un Tweet Il Manifesto annuncia la morte della sua fondatrice, la giornalista  Rossana Rossanda. Aveva 96 anni.

Si è spenta a Roma durante la notte. È stata una giornalista, scrittrice e traduttrice italiana, dirigente del PCI negli anni cinquanta e sessanta e cofondatrice de il Manifesto.

Nacque a Pola il 23 aprile del 1924 e visse a Milano. Mente brillante sin da subito, anticipò di un anno la maturità classica. Dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale partecipò attivamente alla Resistenza come partigiana. Si iscrisse subito al Partito Comunista Italiano e venne nominata da Palmiro Togliatti responsabile della politica culturale del PCI. Nel 1963 venne eletta per la prima volta alla Camera dei deputati.

Nel 1968 nel mezzo delle agitazioni studentesche ed operaie pubblicò il piccolo saggio “L’anno degli studenti”, in cui dichiarava di abbracciare le rivendicazioni che gruppi e collettivi di sinistra stavano portando avanti. Insieme ai compagni di partito Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri nel 1971 fondò il giornale “Il Manifesto”. Subito iniziarono le divergenze con la linea politica che prese il PCI. Rossanda da subito fu critica nei confronti del socialismo reale dell’Unione Sovietica. La divergenza diventò incolmabile quando il PCI si posizionò nei confronti dell’occupazione della Cecoslovacchia da parte di paesi del Patto di Varsavia, a cui il gruppo de il manifesto aveva speso parole di dura e netta condanna dell’accaduto. Rossanda venne radiata insieme a tutta la sua corrente, nonostante il parere contrario del futuro segretario nazionale Enrico Berlinguer, durante il XII Congresso nazionale del Partito svoltosi a Bologna nel 1969.

“Perché sei stata comunista? Perché dici di esserlo? Che intendi? Senza un partito, senza cariche, accanto ad un giornale che non è più tuo? È un’illusione cui ti aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? Ogni tanto qualcuno mi ferma con gentilezza: ‘Lei è stata un mito!’. Ma chi vuol essere un mito? Non io. I miti sono una proiezione altrui, io non c’entro. Mi imbarazza. Non sono onorevolmente inchiodata in una lapide, fuori del mondo e del tempo. Resto alle prese con tutti e due…”. Scriveva così in un’autobiografia dal titolo “La ragazza del secolo scorso” (uscita per Einaudi, nel 2005). Rossanda è stata una giornalista e una signora della politica italiana, comunista mai pentita ma sempre critica. Lascia un vuoto incolmabile nella cultura e nella politica italiana.