Aveva 87 anni
È morto Gianfranco Spadaccia, addio al leader dei Radicali maestro e protagonista di battaglie per i diritti civili
È morto Gianfranco Spadaccia. Giornalista, ex parlamentare e più volte segretario del Partito Radicale, protagonista di battaglie dei diritti civili, infine membro della direzione dell’associazione Luca Coscioni, aveva 87 anni. A dare la notizia della scomparsa la stessa Radio Radicale, con un post sui suoi canali social. A ricordarlo in queste ore di elezioni politiche tutti gli esponenti del mondo radicale e liberale, che con Spadaccia avevano condiviso ideali e lotte politiche. Il Riformista aveva spesso ospitato negli scorsi anni riflessioni e opinioni del leader radicale sulle sue pagine.
Spadaccia era nato a Roma il 28 febbraio del 1935. Si era laureato in Giurisprudenza e aveva cominciato a lavorare all’Agenzia Giornalistica Italiana collaborando contemporaneamente con diverse riviste. Dopo la militanza nel Partito Socialista Democratico Italiano aveva partecipato alla fondazione del Partito Radicale. Fu segretario del partito nel 1967, nel 1968 e dal 1974 al 1976. Venne arrestato, come altri esponenti del partito, nell’ambito della campagna politica che portò alla depenalizzazione dell’aborto.
Di altre lotte legate ai diritti civili si occupò anche nei decenni successivi. Da deputato e senatore. Si ricordano la battaglia per la riforma carceraria e quella contro la pena di morte. Sostenne inoltre l’istituzione di una Corte di Giustizia Internazionale che si occupasse di crimini contro l’umanità. Spadaccia è stato anche membro della direzione dell’associazione Luca Coscioni, che si occupa da molti anni di libertà civili e diritti umani. Dal 2019 aveva aderito al partito +Europa.
🌹 È morto Gianfranco Spadaccia, già segretario del @PartitoRadicale e parlamentare che con Marco Pannella e gli altri radicali ha condiviso le scelte nonviolente e le azioni per i diritti civili.
Lo ricordiamo con i suoi interventi d’archivio.
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— Radio Radicale (@RadioRadicale) September 25, 2022
“Gianfranco Spadaccia, simbolo della storia del Partito Radicale e del riformismo italiano, ci ha lasciati. Voglio ricordarlo con questa foto, a un tavolino radicale: si vede anche Ada Rossi, la vedova del grande Ernesto, venuta a firmare per i referendum. Con Gianfranco ci siamo tenuti per la mano, assieme alla sua amata moglie Marina, nella casa di Monteverde, in segno di fraternità, nelle ultime ore della sua vita. La sua è un’eredità di libertà, battaglie, e responsabilità“, ha scritto Francesco Rutelli sulla sua pagina Facebook.
“Di lui mi colpì subito il raffinato modo di pensare, mai scontato. E subito, soprattutto grazie a lui, capii cosa fosse la disobbedienza civile e il metodo non violento per portare avanti quella e molte altre battaglie. Siamo stati, con Marco e tanti altri, tra gli artefici di quella promozione e conquista dei diritti civili in Italia. Dal divorzio, all’obiezione di coscienza, dalla riforma del diritto di famiglia alla depenalizzazione del reato di consumo di stupefacenti, fino al suo arresto come segretario del Partito Radicale, insieme a quelli di Adele Faccio e mio, che spianò la strada alla depenalizzazione del reato di aborto e alla legge 194. Ha speso la sua vita nell’impegno politico, fino ad essere, più di recente, il primo Presidente di +Europa, che ha contribuito a fondare e far crescere. Se ne va un giornalista sagace, politico capace di visioni sempre rivolte al futuro e persona straordinaria anche per il modo gentile e intelligente di interfacciarsi con gli altri. La sua morte è una grande perdita per me e il Paese tutto. Ciao Gianfranco”, il ricordo di Emma Bonino.
“Per molti di noi Gianfranco Spadaccia è stato un maestro e un grande esempio, una persona di grande umiltà e di enorme generosità. E’ grazie ai maestri come Gianfranco che si continua ad apprendere e comprendere per tutta la vita. Caro Gianfranco, la tua tenacia, la tua intelligenza politica e la tua capacità di profonda comprensione umana ci spingeranno a lottare ancora per la democrazia e lo stato di diritto per cui hai lottato per una vita intera. Grazie Gianfranco”, ha scritto su facebook il deputato e presidente di +Europa Riccardo Magi.
“Questa mattina ho votato nel mio seggio milanese di Piazzale Turr. Dedico questo mio voto a Gianfranco Spadaccia che ci ha lasciati oggi a 87 anni, una vita da radicale che lo ha poi portato ad essere tra i fondatori e primo presidente di +Europa. Porterò di lui un ricordo profondo, la sua passione a la sua intelligenza erano speciali, come la sua lettura tutta politica dell’Italia di ieri, di oggi e di domani”, ha scritto sui suoi canali social il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova.
L’ultimo articolo di Spadaccia era comparso su Il Riformista lo scorso giugno, in occasione della cerimonia di inaugurazione a Teramo di una statua in onore di Marco Pannella. “Per comprendere la grandezza politica di Pannella e della sua politica radicale, sarà sufficiente ricordare che non ha mai, in tutta la sua vita, avuto posizioni di potere e che nonostante ciò è indubitabile il contributo che – scriveva – con la rivoluzione dei diritti civili, ha dato al profondo cambiamento culturale e politico del paese, conquistato andando sempre contro corrente e sapendo coniugare, grazie alla scelta della nonviolenza, l’intransigenza delle proprie idee e dei propri obiettivi politici allo spirito di apertura e alla capacità di dialogo nei confronti degli altri, anche dei propri avversari. E grazie a queste qualità e capacità che nel giro di poco più di un decennio si è riusciti ad ottenere in Italia il divorzio, l’obiezione di coscienza, la riforma del diritto di famiglia, la parità di diritti fra uomo e donna, la legalizzazione dell’aborto, la riforma psichiatrica e l’abolizione dei manicomi, la riforma dell’ordinamento e dei codici militari, riforme che nei decenni precedenti erano state impedite e bloccate”.
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