È morto all’età di 80 anni, dopo una lunga malattia, lo scrittore ed editore Roberto Calasso, presidente e consigliere delegato della casa editrice Adelphi. Saggista e narratore, nato a Firenze il 30 maggio 1941, a soli 21 anni assieme a Roberto Bazlen e Luciano Foà, elaborò il programma di una nuova casa editrice, quella che nel 1963 diventerà poi la Adelhi.
Nel 1971 ne diventa direttore editoriale e nel 1990 consigliere delegato. Dal 1999 è anche presidente della stessa casa editrice, di cui attualmente era proprietario come azionista del 71% del capitale.
Proprio oggi, nel giorno del suo decesso, escono in libreria i suoi ultimi due libri, “Bobi” e “Memé Scianca“, in cui ha raccontato del rapporto con Roberto Bazlen, l’altro fondatore di Adelphi, e i suoi ricordi dell’infanzia di Firenze.
Per la ‘sua’ casa editrice Casalasso è stato anche traduttore e curatore di di “Il racconto del pellegrino di sant’Ignazio” (1966), “Ecce homo” di Friedrich Nietzsche (1969), “Detti e contraddetti” di Karl Kraus (1972) e “Aforismi di Zürau” di Franz Kafka (2004).
Dagli anni ’80 in poi Calasso si è dedicato anche alla stesura di una opera ‘monumentale’, ben undici i volumi pubblicati sul mercato, in cui affiorano miti e filosofia. Undici volumi che formano un insieme di oltre quattromila pagine: “La rovina di Kasch” (1983); “Le nozze di Cadmo e Armonia” (Adelphi); “Ka” (1996); “K.” (2002); “Il rosa Tiepolo” (2006); “La Folie Baudelaire” (2008); “L’ardore” (2010); “Il Cacciatore Celeste” (2016); “L’innominabile attuale” (2017); “Il libro di tutti i libri” (2019); “La tavoletta dei destini” (Adelphi 2020). CALASSO ha pubblicato, inoltre, “L’impuro folle” (1974), i saggi “I quarantanove gradini” (1991), “La letteratura e gli dèi” (2001), “La follia che viene dalle Ninfe” (2005) e la raccolta di risvolti “Cento lettere a uno sconosciuto” (2003).
I suoi libri sono tradotti in 25 lingue e pubblicati in 28 paesi. Calasso era sposato con la scrittrice Fleur Jaeggy.