«Serve una legge speciale per Napoli. La polizia municipale è in trincea. La situazione è drammatica, all’appello mancano più di mille agenti, quelli in servizio non hanno mascherine e devono lavorare anche se in attesa dell’esito del tampone». A raccontare la vita degli uomini in divisa è Annibale De Bisogno, segretario regionale della Uil Fpl con delega al Comune di Napoli. L’organizzazione del lavoro della polizia locale è di competenza dell’amministrazione guidata dal sindaco Luigi de Magistris.

Palazzo San Giacomo è tra i Comuni che investono meno in ordine pubblico e sicurezza e il sistema dei controlli e delle assunzioni fa acqua da tutte le parti. Il Covid non ha fatto altro che esasperare una situazione già difficilissima che oggi è definitivamente sfuggita di mano fino a diventare intollerabile per vigili e residenti. Il personale è ridotto all’osso e monitorare una città come Napoli è praticamente impossibile. «Il Comune, grazie all’incompetenza del sindaco, è in predissesto – spiega De Bisogno – Di conseguenza le assunzioni devono passare per la commissione interministeriale che gestisce il suo piano di rientro che, vedendo i conti in rosso del Comune, gli permette di assumere solo 50-100 persone che non bastano certo a coprire le carenze di personale che ci sono».

Sì, perché la giunta arancione, in nove anni di amministrazione, ha accumulato un debito di circa quattro miliardi di debito e, nel frattempo, ha anche dimezzato i dipendenti. «Nove anni fa Palazzo San Giacomo aveva 14mila dipendenti, oggi ne ha 5.100 – sottolinea il segretario regionale della Uil Fpl – Tra questi tagli mille sono stati operati tra i caschi bianchi e oggi ci troviamo a fronteggiare una situazione tragica e fuori controllo». Per avere chiaro il quadro della situazione basta osservare i numeri. Con un milione di abitanti, Napoli è la terza città d’Italia per densità abitativa; qui, in servizio, ci sono al momento solo 1.450 vigili che devono svolgere più di venti attività tra controlli, verifica dell’osservanza delle norme stradali, gestione delle manifestazioni e lavoro d’ufficio.

«Dobbiamo tener conto che dei 1.450 agenti in servizio adesso – spiega De Bisogno – almeno 100 sono impegnati in attività interne negli uffici del comando centrale di via de Giaxa, 120 si occupano della gestione delle multe e almeno 20 per ogni sezione (Napoli ne ha 25) lavorano all’interno degli uffici». In strada a svolgere attività di controllo e sicurezza pubblica, e adesso anche a verificare il rispetto delle regole anti-Covid, ci sono solo 800 agenti. «Questo, però non vuol dire che a Napoli ci sono contemporaneamente 800 agenti in servizio – sottolinea De Bisogno – perché si lavora sulla base di turni e, a conti fatti, in strada ci sono 150 agenti per volta». Poco più di cento caschi bianchi in una città con un milione di abitanti, proprio così. Ma non è finita qui.

I malcapitati costretti a lavorare perennemente in una situazione ai limiti del possibile non sono per niente tutelati dal Comune, anzi. «L’amministrazione non ha mai fornito mascherine o gel igienizzanti agli agenti – dice De Bisogno – Il protocollo di sicurezza impone l’utilizzo della mascherina Ffp2, a Napoli hanno a disposizione quella chirurgica e il gel devono comprarlo da soli. Avevamo chiesto delle visiere protettive e solo il 10% degli agenti l’ha ricevuta, per non parlare delle volanti che andrebbero sanificate a ogni cambio di turno e che invece vengono disinfettate ogni quattro giorni». In queste condizioni il rischio di contrarre il Covid è altissimo.

«Il mese scorso, in una sezione composta da circa 100 agenti – racconta De Bisogno – si sono verificati casi di Coronavirus. Abbiamo chiesto di sottoporre tutti al tampone. Il Comune ha dato l’ok ma ha anche deciso che, in attesa di conoscere l’esito del test, avrebbero dovuto continuare a lavorare». Il risultato? Trenta contagiati tra i caschi bianchi e chissà quanti tra i cittadini. Sembra il report delle condizioni di un Paese del terzo mondo. Invece no, è quello di Napoli, messa in ginocchio dal virus e dalla sua stessa amministrazione comunale.

«L’unica soluzione sarebbe quella di assumere nuovi agenti – conclude De Bisogno – L’ultimo concorso c’è stato nel 2010, recentemente abbiamo assunto 140 ragazzi ma il loro contrato scadrà il prossimo mese e, se non si interviene, la situazione diventerà insostenibile». Ieri, intanto, si è riunito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza; presenti, tra gli altri, il sindaco e il comandante della polizia locale Ciro Esposito. All’ordine del giorno i controlli anti-Covid: una guerra che Napoli affronta con armi spuntate.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.