“Non si tratta di una sperimentazione,  per il momento stiamo trattando l’Eculizumab off-label, cioè non utilizzabile per curare il covid-19. Il farmaco ci sta dando risultati incoraggianti ma siamo lontani dall’aver trovato una soluzione al problema. La strada non è questa, il coronavirus verrà risolto con la vaccinazione e questo non accadrà prima di 10 mesi. Ma nel frattempo questi farmaci servono a salvare qualche vita in più”. Anche perché “gli studi a questo servono, a validare l’efficacia di un farmaco anche per malattie per le quali inizialmente non era previsto”.

E’ la doverosa precisazione di Francesco Diurno, direttore Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, sull’utilizzo dell’Eculizumab, farmaco coadiuvante “che stiamo adoperando dal 20 di marzo su 23 pazienti con risultati incoraggianti”. Si tratta di un farmaco anti-infiammatorio “perché inibisce la cascata dell’infiammazione e questo dovrebbe darci la possibilità di ridurre gli affetti devastanti che il covid-19 determina sul polmone”.

L’utilizzo è al momento limitato ai quattro ospedali dell’Asl Napoli 2 nord presenti a Pozzuoli, Frattamaggiore, Giugliano e Ischia. “In questo momento – spiega Diurno – stiamo lavorando a stretto contatto con il colleghi dei pronto soccorso degli ospedali della nostra Asl. Per quanto riguarda i riscontri con altre realtà, siamo in contatto con il centro di ricerca di Boston, casa madre dell’azienda farmaceutica che ci ha fornito il farmaco. Siamo poi in contatto poi con l’ospedale Saint-Louis di Parigi, dove stanno utilizzando anche loro questo farmaco che verrà presto avviato anche all’ospedale di Alessandria e al Ruggi d’Aragona di Salerno“. Nelle prossime settimane verrà pubblicato uno studio specifico su una rivista internazionale di settore che fornirà dati più concreti alla comunità scientifica.

Si tratta di un “farmaco molto costoso, al momento non abbiamo pagato nulla perché l’azienda che lo produce a Boston ce lo ha inviato gratuitamente”.

RISULTATI INCORAGGIANTI – “I dati sui 23 pazienti trattati non sono statisticamente significativi però abbiamo registrato risultati promettenti soprattutto se questo farmaco viene utilizzato nelle fasi precoci dell’insufficienza respiratoria determinata dal covid-19. Nei pazienti in cui il danno polmonare è già strutturato l’efficacia del farmaco è ridotta”.

“Risultati incoraggianti – chiarisce Diruno –  sui pazienti che sono arrivati presso il nostro pronto soccorso con una insufficienza respiratoria già in atto ma non tanto grave da dover necessitare di intubazione. Pazienti che sono stati aiutati con sistemi di ventilazione non invasiva. In questa circostanza il farmaco ci ha dato l’impressione di funzionare abbastanza bene”. Nei giorni scorsi due giovani pazienti sono passati dalla terapia intensiva al reparto di degenza.

“BUONE SPERANZE” – “Attualmente abbiamo tre pazienti in terapia intensiva, trattati tutti e tre con il farmaco, seppur già intubati: uno di loro sta andando benino. Quelli che invece sono in terapia sub-intensiva sono nove, sette sono stati trattati con il nostro farmaco e abbiamo buone speranze”.

A CASA PER ALTRI DUE MESI – “L’ospedale di Pozzuoli non è un ospedale covid-19. Abbiamo attrezzato una parte del pronto soccorso e una parte della terapia intensiva per dare una mano a livello regionale per il grande afflusso di pazienti che fino a qualche giorno fa abbiamo avuto e che, dobbiamo dire, da qualche giorno si è significativamente ridotto”. Questo però – ammonisce Diurno – non significa che bisogna ritornare in strada: “Penso che non prima di due mesi si potrà sciogliere situazione”.

Ciro Cuozzo e Rossella Grasso

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