Educare l’intelligenza delle mani, a Valdobbiadene il Festival Nazionale dell’Innovazione Scolastica

La chiama “intelligenza delle mani”, quella di cui la scuola – a suo dire – si occupa sempre troppo poco, soprattutto nella secondaria di primo grado. “Di fatto ormai le scuole medie preparano quasi solo per i licei”. Lui, invece, ha diretto per anni un professionale (la Scuola di Formazione Professionale di Ristorazione DIEFFE di Valdobbiadene, provincia di Treviso) e ha potuto testare a lungo questa carenza.

Non teme di sfiorare il pregiudizio classista su certi temi e non ha certo nostalgia delle vecchie scuole di avviamento professionale, ma sente che la scuola – sin dai primi anni – deve aprire opportunità alle diverse attitudini dei ragazzi, compresa quella manuale. È una figura sui generis, Alberto Raffaelli, dirigente scolastico e autore di racconti gialli. Quattro anni fa, con quattro amici promotori, ha portato a Valdobbiadene (località nota in tutto il mondo per il prosecco) il Festival Nazionale dell’Innovazione Scolastica. Non è la vetrina della scuola futura, delle aziende informatiche e dei brillanti comunicatori che imperversano altrove. “È lo spazio in cui le scuole raccontano le cose concrete, già fatte: un luogo di documentazione, innanzitutto”.

Quest’anno è in programma dal 6 all’8 settembre e propone il tema “Muovere il corpo e la mente: sport, socialità e creatività”. “L’idea del tema – spiega – è nata da un’esigenza potente, emersa soprattutto a partire dal Covid: uscire dalle aule, anche fisicamente. Da qui il bisogno di destrutturare il layout della classe: la disposizione, la forma dei banchi…”. Anche i famigerati banchi a rotelle? “Certo! Sono diventati il simbolo di un fallimento perché sproporzionati al dramma, anche scolastico, del Covid, ma possono essere un utile strumento per smuovere la fissità della lezione frontale”.

Quando pensiamo all’innovazione lo facciamo sempre in relazione al digitale, ma cosa può significare innovazione in relazione a sport e socialità? La questione non riguarda solo i docenti di Scienze Motorie. A Valdobbiadene sono tante le iniziative “peripatetiche” e outdoor legate al corpo e non mancano progetti particolari come “Educare nel bosco” (fascia 3-6 anni), fondato sull’apprendimento per scoperta, impropriamente confuso con il concetto di scuola libertaria, già diffuso fuori dall’Italia ma poco conosciuto da noi.

Innovazione nello sport significa anche intelligenza nelle relazioni con il territorio, creare i cosiddetti “patti di comunità” per utilizzo di strutture e servizi pubblici in chiave educativa. Gli aspetti più innovativi, però, riguardano i progetti in cui lo sport è la base per altri apprendimenti. È il caso – tra gli altri – del concorso “Formula 1 in Schools”, realizzato in collaborazione con Dallara, società leader nella progettazione e nella produzione di veicoli da corsa. Si tratta di una sfida multidisciplinare, in cui squadre di studenti collaborano per progettare una macchina di F1 in miniatura ad aria compressa con materiali forniti dall’azienda. Ogni squadra, composta da 6 studenti, crea il proprio team con ruoli ben definiti. Oltre a dimensioni e forma con parametri specifici (come in Formula 1), sono valutati anche il brand, il piano di comunicazione e il business plan, che ricevono un punteggio sommato al risultato ottenuto in pista.

L’iniziativa nasce nel Settembre 2021 nella Motor Valley presso Innovation Farm, a Fornovo di Taro. Dallara mette a disposizione tutoraggio, test su pista e laboratori didattici. Una gran bella idea che mette insieme competenze Stem di progettazione e manualità con competenze umanistiche di scrittura e creatività per l’ideazione del brand. La società di Varano de’ Melegari (Parma) sarà tra quelle premiate durante il festival insieme ad altre due realtà: Alma (Scuola Internazionale della cucina italiana), Umana Spa (società di lavoro interinale che scommette molto sulla scuola). Il riconoscimento conferito a Valdobbiadene si chiama – ça va sans dire – “Premio Bollicine”.