L’uomo che avrebbe partecipato al rapimento del piccolo Eitan Biran, il bambino unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone dello scorso maggio (14 morti, tra cui i genitori e il fratello piccolo), è stato arrestato a Limisso, la cittadina sul mare a Sud nella parte greca dell’isola di Cipro. Gabriel Abutbul Alon era destinatario di un Mandato di arresto europeo (Mae) attivato nei suoi confronti dal procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e dal pm Valentina De Stefano. La notizia è stata data da Il Corriere della Sera.

Shmuel Peleg, nonno 58enne del piccolo Eitan, ex militare israeliano, lo scorso 11 settembre avrebbe secondo le indagini prelevato il bambino a casa della zia paterna, Aya Biran, cui era stato affidato dal Tribunale dei minori. Quindi il viaggio fino in Svizzera e il volo per Tel Aviv a bordo di un aereo privato che sarebbe stato noleggiato dallo stesso Alon.

La polizia cipriota ha rintracciato l’uomo semplicemente seguendo le tracce del suo telefonino. È sospettato di aver fatto parte di un’agenzia americana di contractor attiva in teatri di guerra come Iraq e Afghanistan. L’uomo era già apparso sulla scena della vicenda prima della richiesta del Mandato di arresto europeo. Si era presentato in un’udienza a Pavia sull’affidamento lo scorso agosto come “legale israeliano” tra gli avvocati di Peleg e dell’ex moglie Esther Cohen, indagata anche lei per il sequestro. Fu allontanato dall’aula perché non risultò essere un avvocato.

La sua mail recava il dominio che fino a dieci anni fa era il nome della società di mercenari statunitensi “Academi”. Secondo le indagini l’uomo avrebbe aiutato Shmuel Peleg nell’organizzazione del prelievo del bambino. Il viaggio fino in Svizzera in una Golf noleggiata. Nessun controllo al confine tra Italia e Svizzera a Chiasso e neanche nei pressi dell’aeroporto Lugano-Agno. A inizio ottobre il mandato internazionale di cattura per Peleg firmata dal gip Villani.

Il bambino di sei anni, ancora alle prese  con le conseguenze fisiche e psicologiche del tragico incidente, è stato affidato anche in Israele alla zia Aya Biran e presto dovrebbe tornare in Italia. “Eitan non sta con me. Mi è permesso di incontrarlo qualche ora a settimana e in questi momenti sento che l’ho deluso” perché “era felice il primo mese con tutta la famiglia qui in Israele – ha detto Peleg in un’intervista esclusiva a Non è l’Arena su La7 – Ho preso Eitan l’11 settembre dopo che mi sono consultato con i miei avvocati e ho ottenuto il consiglio legale. Ho scoperto che non c’è nessuna cosa contraria alla legge. Tutto quello che ho fatto è alla luce del sole“.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.