Svolta nel caso di Eitan Biran, il bambino di sei anni, unico sopravvissuto della strage (14 morti) del Mottarone dello scorso 23 maggio: il piccolo perse tutta la sua famiglia nell’incidente sulla funivia, i genitori e il fratellino di due anni oltre a due bisnonni. È stato emesso, come riporta Il Corriere della Sera, un mandato di cattura internazionale per Shmuel Peleg: il nonno del bambino, tenente colonnello in pensione dell’esercito israeliano, 63 anni, che lo scorso 11 settembre aveva prelevato il bambino e lo aveva portato in Israele con un volo privato partito dalla Svizzera. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip della Procura di Pavia Pasquale Villani.

Un giudice israeliano del tribunale della Famiglia di Tel Aviv ha già deciso nelle settimane scorse l’affidamento di Eitan alla zia paterna Aya Biran. La donna, cui il bambino era stato affidato dal giudice tutelare dopo la tragedia, vive con la famiglia a Travacò Siccomarico, in provincia di Pavia. Il mandato riguarda anche l’autista Gabriel Abutubul Alon, 50enne legato a un’agenzia di contractor statunitense. Il mandato sta viaggiando verso Israele e Cipro, dove risiede Alon. Secondo il Procuratore facente funzioni Mario Venditti l’azione è stata portata a termine con una strategia paramilitare e da intelligence.

Il bambino da quando ha due mesi vive in Italia. I Peleg hanno sempre preteso che il piccolo vivesse con loro in Israele. Il giudice ad agosto aveva vietato che Eitan venisse portato all’estero senza il consenso della zia affidataria e aveva obbligato il nonno a riconsegnare il passaporto israeliano del nipote, che ha doppia nazionalità. Consegna che non è evidentemente avvenuta. Con una golf noleggiata a Malpensa lo zio ha portato il piccolo all’aeroporto di Lugano-Agno.

Profilo misterioso quello di Alon: che si era presentato in un’udienza ad agosto come “legale israeliano” tra gli avvocati di Peleg e della ex moglie Esther Cohen (indagata per sequestro), quindi come “consulente legale di una società di Tel Aviv”, il dominio della mail che usa sarebbe invece riconducibile a una compagnia militare privata Usa impiegata in Iraq e Afghanistan. Il giorno stesso del volo da Lugano a Tel Aviv si era parlato di contiguità di Peleg con ambienti dei servizi segreti. Secondo il gip degli agenti della Polizia cantonale elvetica ha identificato i passeggeri della Golf e li hanno lasciati proseguire “in maniera del tutto inopinata” anche se risultava una denuncia di smarrimento del passaporto di Eitan, in compagnia di due adulti che non risultano essere suoi parenti.

Il volo su un Cessna 680 della società Aronwest, noleggiato per 42mila euro. Secondo il gip Villan Eitan ha tentato con coraggio di “abbarbicarsi a quel che rimaneva del suo mondo: la zia tutrice, lo zio, i cuginetti, i piccoli amici di Travacò. È in questo contesto, che Peleg, col determinante apporto di Alon, lo rapisce strappandolo alle relazioni più care e prossime e rassicuranti”. Soltanto ieri i legali di Shmuel Peleg e Etty Peleg, i nonni materni del piccolo, avevano chiesto al Tribunale di Pavia che la zia paterna Aya Biran venisse rimossa dall’incarico di tutrice con immediata sospensione e che venga nominato pro-tutore un avvocato ‘terzo’.

La giudice Iris Ilotovich-Segal aveva respinto invece la tesi di Shmuel Peleg, secondo cui Israele è il luogo normale di residenza del bimbo così come la tesi che abbia due luoghi di residenza, Israele e Italia. La corte aveva rigettato anche la tesi di Peleg convinto che Israele sia il luogo dove debba crescere Eitan dal momento che i suoi genitori, morti nella tragedia della funivia, volevano tornare a vivere nello Stato ebraico. La giudice aveva messo l’accento sulla continuità nella vita del minore, arrivato in Italia appena nato e lì vissuto finora. “Non ci sono né vincitori né vinti, c’è solo Eitan. Tutto quello che vogliamo per lui è che ritorni presto nella sua casa, ai suoi amici a scuola, alla sua famiglia e specialmente alle sue cure terapeutiche di cui ha così tanto bisogno” avevano dichiarato, dopo la sentenza del tribunale israeliano della Famiglia, gli avvocati della zia paterna Aya Biram che ha espresso “grande gioia”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.