Election Day in Lombardia e Lazio il 12-13 febbraio, la proposta della Lega per spiazzare il centrosinistra: Salvini si gioca il partito

MATTEO SALVINI

Mettere in difficoltà il centrosinistra e puntare così da una parte a riconfermare la guida della Regione Lombardia, dove una sconfitta metterebbe a rischio la sua leadership nel partito, e dall’altra a conquistare il Lazio da strappare al Partito Democratico.

È l’obiettivo della Lega di Matteo Salvini, che ha fornito nel Consiglio federale tenuto oggi, il 25 novembre, l’indicazione di tenere un election day il prossimo 12 e 13 febbraio 2023 per il rinnovo dei Consigli regionali e giunte di Lazio e Lombardia.

La scelta suggerita dai dirigenti del Carroccio, all’unanimità, è quella di “accorpare le elezioni regionali lombarde con quelle del Lazio previste il 12 e 13 febbraio 2023”. Chiarissimo l’obiettivo politico di fondo, ovvero mettere in difficoltà il centrosinistra, già alle prese con diatribe interne in entrambe le Regioni.

Nel Lazio l’assessore alla Sanità uscente, il Dem Alessio D’Amato, ha l’appoggio del suo partito e anche del Terzo Polo, con Carlo Calenda in particolare che ha spinto molto per la sua candidatura. Il Movimento 5 Stelle invece sera fuori dall’ipotesi di “campo largo”, i rapporti con Partito Democratico e il duo Calenda-Renzi sono ormai ai minimi termini a livello nazionale.

Va ancora peggio per il centrosinistra, o per meglio dire per le varie opposizioni al governo Meloni, in Lombardia. Qui infatti i partiti andranno al voto ancora più divisi: da una parte il Partito Democratico, che assieme a Verdi-Sinistra Italiana e +Europa puntano tutto sulla candidatura dell’eurodeputato Pierfrancesco Majorino; dall’altra il Terzo Polo, che ha scelto di appoggiare la candidatura ‘civica’ di Letizia Moratti, vicepresidente di Attilio Fontana al Pirellone che si è dimessa poche settimane fa dopo aver rotto i rapporti proprio col governatore e col centrodestra, colpevole secondo l’ex ministro ed ex sindaco di Milano di non aver mantenuto la promessa di candidarla per la guida della Regione per il post-Fontana. Quindi, terzo incomodo, il Movimento 5 Stelle, che anche in Lombardia non ha ancora ufficialmente deciso chi lanciare nella complicata corsa alla presidenza della Regione.

Quanto al centrodestra, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia andranno compatte al voto in entrambe le Regioni: in Lombardia la marcia è unita a sostegno di Attilio Fontana, una partita in cui Matteo Salvini si gioca la segreteria del partito in caso di sconfitta o di risultato molto sotto le attese, in particolare nel confronto-scontro con Giorgia Meloni.

Nel Lazio invece un nome da candidare ancora non c’è, manca una sintesi tra le varie anime della coalizione. In pole position fino a poco fa c’era Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa Italiana e già in predicato per un posto da ministro della Salute durante i giorni caldissimi del toto-ministri.

Una candidatura civica che sarebbe però anche un segnale di debolezza politica per la destra: per questo ha preso piede anche “l’autocandidatura” di Fabio Rampelli, colonnello di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera dei Deputati. In ballo, sempre in quota FdI, c’è anche Chiara Colosimo: ex consigliere comunale nella Capitale, oggi deputata, potrebbe sparigliare le carte e ottenere il via libera di partito e alleati.