Elektra per la prima volta in cartellone all’Accademia di Santa Cecilia. Questa sera la attesissima prima alle ore 20.30 all’ Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone a Roma. Repliche il 20 ottobre ore 19.30 e il 22 ottobre alle ore 18. Ad inaugurare la stagione sinfonica 2022-2023 la tragedia in un atto op. 58 di Richard Strauss. La dirige Sir Antonio Pappano.

All’Orchestra e al Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia si affianca un cast d’eccezione con il soprano lituano Ausrine Stundyte nel ruolo di Elettra, Elisabet Strid in quello di Crisotemide, Petra Lang (Clitennestra), Neal Cooper (Egisto), Kostas Smoriginas (Oreste) al suo debutto nel ruolo (così come Petra Lang e Neal Cooper), Nicolò Donini (Il precettore di Oreste). I ruoli delle cinque ancelle saranno sostenuti da Ariana Lucas, Anne Schuldt, Monika-Evelin Liiv, Katrin Adel e Alexandra Lowe, mentre il coro sarà istruito da Piero Monti.

Dopo il trionfale successo ottenuto nel 1905 con la Salome, soggetto ritenuto all’epoca “immorale” (il Kaiser Guglielmo II disse a tal proposito: “Mi spiace che Strauss abbia composto la Salome, così si farà un danno terribile”, e l’artista commentò nei suoi Ricordi: “Con quel danno potei costruirmi la mia villa a Garmisch”) Strauss, all’epoca il più acclamato compositore in Germania e nel mondo, si mise in cerca di un nuovo testo da mettere in musica e, comprendendo “subito che se ne poteva trarre uno splendido libretto”, scelse il soggetto sofocleo dell’Elektra, che aveva visto in scena nel 1903 a Berlino nella versione “riscritta per le scene tedesche” da Hugo von Hofmannsthal, poeta e drammaturgo austriaco, con il quale collaborò fino alla precoce morte dello scrittore (1874-1929).

Hofmannsthal interpretò così la sua opera: “In Elektra il problema centrale è l’azione e il rapporto con l’azione; un crimine viene espiato per mezzo di un altro crimine, e quest’espiazione è imposta ad una creatura che è condannata due volte ad andare verso la catastrofe: in quanto individuo si considera capace, in quanto donna si considera incapace di compiere quell’atto”, e in una lettera inviata a Strauss il 6 aprile del 1906 descrisse “l’impasto cromatico” del suo dramma come una “mescolanza di notte e luce, nero e chiaro” – e il colore strumentale vi corrisponde perfettamente. Nella storiografia dell’orchestrazione Elektra è fra le opere con l’organico più ampio della prima metà del Novecento. Alla “prima” di Dresda erano seduti in buca 112 musicisti.

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