L’iniziativa per i 4 ragazzi
Elena Ceste, pignorate e messe all’asta le auto sua e del marito: “I soldi per aiutare i figli negli studi”
La drammatica vicenda di Elena Ceste è stato uno dei più grandi cold case italiani. E si rivelò anche essere un enorme dramma familiare: di quell’omicidio fu condannato il marito di Elena, Michele Buoninconti, condannato a scontare 30 anni di carcere. La coppia aveva 4 figli. Le auto di Elena e del marito sono state pignorate e messe all’Asta per aiutare i figli a sostenere i loro studi.
Il Corriere della Sera riporta che il prezzo minimo base d’asta, 4200 euro. Si tratta di una Peugeot 205 utilizzata dalla donna e della Golf del marito. L’avviso è pubblicato sul portale delle vendite giudiziarie e l’indirizzo in cui si trovano le due vetture è quello di Strada San Pancrazio 10 a Costigliole d’Asti, frazione Motta, lo stesso della casa della coppia con quattro figli in cui si è consumato il femminicidio. Ai due prezzi base d’asta si possono fare rilanci minimi di 100 euro.
L’asta si svolgerà per via telematica il 17 maggio. Le due automobili erano state pignorate nell’ambito della procedura civile intentata dagli avvocati Tabbia e Abate Zaro per conto dei genitori di Elena, in qualità di tutori dei quattro nipoti, dopo la dichiarazione di “indegnità” che il tribunale di Asti ha dettato a carico di Michele Buoninconti, per escluderlo dall’asse ereditario della moglie.
La storia di Elena Ceste, 37enne di Costigliole d’Asti
Elena Ceste, 37 anni, scomparve il 24 gennaio 2014 da Costigliole D’Asti dove viveva con il marito, Michele Buoninconti, e quattro figli. Il suo cadavere fu ritrovato il 18 ottobre successivo nel Rio Mersa, a pochi passi dall’abitazione. Il marito fu condannato a 30 anni con l’accusa di omicidio. Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, era stato il marito stesso, vigile del fuoco, a denunciare la sua scomparsa. Ai carabinieri aveva detto che il mattino del giorno della scomparsa di Elena, lui aveva accompagnato i bambini a scuola su richiesta della moglie. Al suo ritorno non l’aveva più trovata. Disse che il giorno prima gli aveva confidato di aver intrattenuto rapporti compromettenti via sms con un uomo e che era molto scossa.
L’uomo raccontò anche di aver trovato i vestiti e gli occhiali della donna nel cortile. Gli investigatori scandagliano la vita privata della donna, soprattutto i contatti sui social e i tabulati delle utenze in uso a Elena ma nulla venne trovato. Poi i sospetti ricaddero sul marito che in varie corcostanze si era contraddetto cercando, in più occasioni, di porre in essere diversi tentativi di depistaggio.
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