Elezioni Basilicata, il campo largo lo fa la destra: Bardi vede il bis, Marrese coast to coast “ma chieda scusa”

Cosa vuoi di più? Un lucano. Un candidato lucano. Piero Marrese, buon ultimo, è quello su cui Pd, M5S, +E e Avs mettono la firma per la Basilicata. Lasciamo stare il campo largo e le mille allegorie che ne vengono fatte: ormai sulla tragicommedia delle geometrie variabili da regione a regione non c’è neanche più da ridere. Il candidato lucano numero sei è emerso nel fine settimana. Fino a venerdì notte Giuseppe Conte e Elly Schlein avevano perentoriamente indirizzato ai giornali conferme che suonavano più che ultimative, quasi diffide a non mettere in discussione il candidato Domenico Lacerenza. Il giorno dopo Lacerenza non c’era più e quella stessa perentorietà è adesso su Marrese.

Chiedere scusa

Con la credibilità che consegue la lunga ondata di conferme e smentite. E trattasi della Basilicata: regione piccola in cui si va coast to coast in poco più di un’ora. Regione omogenea e con molte meno criticità sociali dei suoi vicini: avrebbe potuto essere il territorio perfetto per un laboratorio politico di sperimentazione. E invece no. Da un lato PD e 5stelle hanno giocato ad eliminarsi i candidati a vicenda in nome di un duello strisciante per cui si deve stabilire chi comanda in quel fronte, guardando ad ipotetiche dimensioni nazionali. Quando arriveranno quelle consultazioni probabilmente non ci sarà più nessuno dei due, continuando così. Gianni Cuperlo è costernato: “Se potessi dare un consiglio al nostro candidato in Basilicata gli direi di iniziare a girare palmo a palmo la regione anche chiedendo scusa per l’immagine che abbiamo offerto, magari dicendo ‘abbiamo compiuto degli errori e abbiamo dato un’immagine sbagliata di quella che deve essere una coalizione. Forse in questo modo si recupererebbe quel tanto di credibilità necessaria”.

Marrese assicura di non essere l’ultima scelta del centrosinistra: d’altronde è il presidente della provincia di Matera e viene dalla scuola dem, di cui è da sempre militante. Tutto da vedere se Conte e i contiani terranno fede all’impegno, dopo aver visto disarcionati in corsa i suoi candidati. Nei fatti, il centrosinistra è imploso e non ha saputo trovare un nome ‘terzo’. Il caso Chiorazzo rimane un’altra mina vagante: l’uomo forte delle coop bianche ha intenzione di correre per la presidenza della Regione con una sua lista civica, esterna ai partiti. Pescando però nel bacino del Pd del quale avrebbe dovuto essere – ancora due settimane fa – il candidato forte. Marrese assicura di non temerne la concorrenza. “Ma assolutamente no, lui è una bravissima persona e abbiamo l’obiettivo comune di battere Bardi”. Non sarà facile.

Il campo largo per Bardi

Il governatore uscente in quota Forza Italia veleggerebbe, dicono i sondaggi, verso la riconferma. E a Fratelli d’Italia, Lega, Fi e Noi Moderati che sostengono Bardi si aggiunge da ieri il sostegno di Azione e Italia Viva. Una compagine ampia: il vero campo largo è quello del centrodestra. “Il campo largo l’abbiamo fatto noi”, esulta Maurizio Gasparri. Anche Matteo Salvini giudica positivamente la scelta di Calenda: “E’ un bene che il centrodestra diventi attrattivo anche per loro”. Abbiamo raggiunto per qualche domanda il governatore Vito Bardi. “Ho una interlocuzione molto serena e trasparente con Carlo Calenda e Matteo Renzi”, dice al Riformista Bardi. “Trovare l’intesa non è stato difficile. Ci ha aiutato chiaramente una sinistra divisa su tutto, attenta solo alle carriere personali di un ceto politico ormai screditato a livello nazionale, anche dalla stampa e dagli osservatori di sinistra. Uno sfacelo – prosegue Bardi – senza precedenti, che offende innanzitutto i tanti elettori lucani di sinistra, persone perbene che non meritano questo spettacolino”.

Pittella sotto stress

Lo spettacolo si è andato colorendo ulteriormente con la scivolata di Marcello Pittella che in un audio si sfoga con il centrosinistra che lo ostracizza e lo condanna a priori: “Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Ecco, io sono uno che deve morire”. Ieri si è scusato: “Giorni di stress e tensione emotiva hanno generato una ingiustificata e totalmente non voluta iperbole in un audio privato”. È ancora Bardi a guardare con ottimismo alle urne. Nei prossimi giorni “intanto speriamo di completare la Pista Mattei a Pisticci, perchè la Basilicata non ha né l’Alta velocità né un aeroporto, ennesima eredità di una classe dirigente di sinistra che ha fallito su tutti i punti, come hanno poi dimostrato a tutta Italia nelle ultime settimane. Noi abbiamo iniziato i lavori per la Pista Mattei. E grazie alle risorse derivanti dalle estrazioni di idrocarburi, abbiamo dato il gas gratis a tutti i lucani, abbiamo fatto il bando per l’autosufficienza energetica delle famiglie e finanziato il bonus idrico. In Basilicata si pagano le bollette più basse d’Italia. Grazie alla prima giunta di centrodestra della storia”. Quanto all’alleanza con i riformisti, dopo aver ribadito la lunga amicizia personale con Matteo Renzi, Bardi si dice felice di un “Centrodestra attrattivo, capace di allargarsi e aperto ai moderati, a liberali e ai riformisti. E di più oggi, dinanzi a una sinistra sempre più estremista”.

In Piemonte Pd e 5 Stelle divisi

In Piemonte, invece, il Pd ha scelto il candidato presidente alle elezioni regionali di giugno. Era atteso, per sabato, un duello fra la deputata Chiara Gribaudo e il vicepresidente del consiglio regionale Daniele Valle, ma alla fine l’assemblea regionale dei Democratici ha optato per una candidatura unitaria. Sarà dunque Gianna Pentenero, assessora del Comune di Torino a lavoro, attività produttive, polizia municipale e politiche per la sicurezza la candidata del Pd. Una scelta sgradita al M5s, con cui il partito di Elly Schlein avrebbe voluto stringere un’alleanza contro il presidente regionale uscente Alberto Cirio (anch’egli di Forza Italia). “Registriamo questo cambio di passo e di metodo”, ha detto il M5s piemontese: “Alla luce di tutto questo, nei prossimi giorni il Movimento illustrerà il proprio programma e avvierà il percorso per la scelta del proprio candidato presidente”. Insomma, ognuno andrà per la propria strada. A dire il vero, non parevano esserci grandi speranze per la ricostituzione del Campo Largo, viste le divergente su molte questioni, dalla Tav al nuovo ospedale da costruire alla Pellerina, al quale hanno già dato via libera sia Regione sia Comune. Divisi, Pd e 5 stelle non hanno possibilità di superare il destra-centro alle elezioni. Stanchi di assistere al disfacimento del centrosinistra a opera delle nuove leve, Pierluigi Castagnetti e Romano Prodi, in momenti diversi, hanno rivolto ciascuno il proprio richiamo all’unità.