Per le elezioni di Roma tiene banco il tema dello sport. E a lanciare le idee sul futuro della Capitale, come quasi sempre capita, ci ha pensato Carlo Calenda. Dopo aver annunciato il progetto per la realizzazione dello stadio della Roma a Pietralata, il business plan è già stato sottoposto alla Società di Friedkin, oggi il leader della lista civica per Calenda Sindaco ha parlato di impianti sportivi. «Parlare di sport a Roma vuol dire occuparsi di un grande patrimonio di professionalità ed impianti, di una rilevante componente della ricchezza cittadina e di una delle occupazioni principali del tempo libero di oltre un milione di cittadini. La provincia di Roma è infatti la prima in Italia per numero di atleti (357.238), di dirigenti societari (29.261), tecnici (20.601) e arbitri (6.570). Tuttavia, pur essendo Roma la città italiana con il maggior numero di impianti sportivi (2.221), in rapporto alla sua popolazione, l’offerta sportiva è inferiore a quella di Firenze e Trieste: 2,2 spazi sportivi ogni 1.000 abitanti contro i 2,3 di Firenze e i 2,7 di Trieste. Questo divario persiste anche negli spazi sportivi comunali che a Roma, rispetto alla popolazione, sono 0.79 ogni 1000 abitanti, mentre nelle altre due città citate sono circa 0,85. Non solo gli impianti sportivi comunali sono scarsi, ma sono anche mal distribuiti tra i Municipi. Nel VI municipio, ad esempio, 100.000 persone devono dividersi 5 impianti sportivi comunali». Lo dichiara in una nota Carlo Calenda, candidato sindaco di Roma per la lista civica Calenda Sindaco.

SVILUPPO DEGLI IMPIANTI

«Cosa vogliamo fare? Innanzitutto riformare la governance e lo sviluppo degli impianti sportivi. Dobbiamo dividere le proposte in base all’attore che possiede e sviluppa le infrastrutture. Da un lato, infatti, si colloca Roma Capitale, che già oggi possiede e affida in concessione oltre 160 impianti, dall’altro troviamo altri soggetti privati e pubblici, che di fatto si comportano come privati». Aggiunge Calenda: «in merito agli impianti sportivi di Roma Capitale è necessario intraprendere le seguenti azioni: 1) realizzare un censimento aggiornato degli impianti di Roma Capitale; 2) aumentare il numero di spazi sportivi comunali passando dagli attuali 0,79 ogni 1.000 abitanti ad almeno 0,85; 3) alienare gli impianti sportivi che non rispondono a finalità di pubblico interesse; 4) correggere il Regolamento di concessione degli impianti di Roma Capitale (deliberato nel 2018)».

COINVOLTE ANCHE I PRIVATI

Per lo sviluppo degli impianti da parte dei privati – spiega Calenda – è necessario prevedere: 1) premialità o meccanismi di semplificazione urbanistica per demolizioni e ricostruzioni con destinazione a finalità sportive, per edificazione di nuovi impianti in zone a bassa presenza di infrastrutture sportive e per lo sviluppo di impianti del CONI, delle Federazioni sportive nazionali e delle Discipline associate; 2) pubblicazione di bandi con cui richiedere ai privati progetti per l’edificazione di impianti su terreni di Roma Capitale posti in zone con mancanza di offerta sportiva, da gestire in concessione; 3) coinvolgimento diretto di player privati internazionali al fine di promuovere lo sviluppo di grandi impianti di rilevanza sovra-comunale; 4) incentivi per gli impianti che assicurino il rispetto di alti livelli di sostenibilità ambientale; 5)semplificazioni per le autorizzazioni all’esercizio di servizi ulteriori o diversi da quelli strettamente sportivi, purchè adeguati alla tipologia dell’impianto e al contesto sociale.

MASSIMO IMPEGNO

«Roma Capitale deve impegnarsi al massimo per diffondere e sponsorizzare la pratica sportiva tra i cittadini, sottolineandone la valenza educativa, sociale e medica. Bisogna inoltre – prosegue il candidato sindaco di Roma Carlo Calenda – portare nuovi grandi eventi nella città, che determinano importanti benefici economici e sociali. Per fare questo è necessario: intraprendere azioni mirate di promozione internazionale, garantendo una stretta collaborazione con il Governo, il Coni, le Fsn e gli altri attori istituzionali; assicurare un ambiente amministrativo trasparente, efficiente e ben funzionante; utilizzare gli eventi come occasioni di ripensamento di aree, funzioni, prassi amministrative. Infine – conclude Calenda – la nostra proposta è quella di realizzare, su modello del Singapore Sports Hub, una piattaforma integrata dello Sport e del Benessere che, attraverso l’utilizzo e la valorizzazione delle strutture già esistenti nel Quadrante Nord di Roma, come il Parco del Foro Italico e lo Stadio Flaminio, metta a sistema le aree sportive e per il tempo libero della Capitale. Questo progetto ci permetterà di sviluppare un coordinamento unitario degli eventi e dei servizi erogati e una gestione dei servizi terziari e pubblici di livello comunale che determinerà un importante salto di qualità nella promozione e nella fruizione dei servizi sportivi. Con tutti questi interventi saremo in grado di dare a Roma e ai suoi cittadini le infrastrutture e i servizi sportivi che merita.

Sofia Unica

Autore