Le presidenziali egiziane sono l’appuntamento elettorale più importante della regione, ma il suo risultato appare scontato. L’attuale presidente Abdel Fattah al-Sisi è il grande favorito e la sua rielezione appare quasi scontata. L’ex generale reinventatosi politico domina l’Egitto dal 2014 dopo aver vinto le elezioni, ma soprattutto dopo aver orchestrato il colpo di stato del 2013 che portò all’arresto del presidente Mohamed Morsi espressione dei Fratelli Musulmani e della Primavera Araba egiziana. Oggi il nuovo faraone governa con il piglio di ferro il grande paese arabo che attraversa una profonda crisi economica e vede la guerra Israelo-palestinese ai suoi confini.

Elezioni Egitto, si vota fino a martedì 12 dicembre

Il conflitto di Gaza è potenzialmente deflagrante per l’Egitto che gioca un ruolo chiave nelle trattative di pace. Il Cairo sta anche cercando un riposizionamento geografico con l’adesione al gruppo Brics, guidato da Cina, Russia ed India. L’Egitto fa parte dei nuovi membri insieme ad Etiopia, Argentina, Iran, Araba Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La corsa elettorale coinvolge quasi 66 milioni di egiziani sia in patria che all’estero e vedranno le urne aperte fino a martedì 12 dicembre alle ore 21. I risultati sono attesi per lunedì 18 dicembre e sono presenti osservatori internazionali e membri delle ambasciate che garantiranno il regolare svolgimento.

Elezioni Egitto, i candidati che sfidano al-Sisi

Sono tre i candidati in corda contro il presidente al-Sisi: Farid Zahran, capo del Partito socialdemocratico all’opposizione, Abdel-Sanad Yamama, leader del più antico partito liberale del paese, Al-Wafd, e Hazem Omar, capo del Partito repubblicano popolare. Altri due candidati si sono ritirati ed erano quelli più pericolosi. Gameela Ismail è il segretario del partito della Costituzione (al Dostour) ed è un’ex volto della televisione egiziana, ma era soprattutto un pericoloso outsider. L’altro candidato che ad ottobre ha rinunciato alla candidatura è Ahmed al-Tantawi, leader del partito di sinistra all’opposizione di al-Sisi.

Elezioni Egitti, candidati ritirati e clima intimidatorio

Tantawi ha denunciato il clima intimidatorio di queste elezioni che ha visto una serie di arresti di collaboratori di Tantawi. Nessuno dei candidati rimasti in corsa ha un grande seguito popolare e non hanno trovato sostegni economici per le loro campagne elettorali. Abdel Fattah al-Sisi veleggia verso un nuovo e clamoroso successo anche grazie agli appoggi internazionali che l’attuale presidente vanta sia in Medioriente che in Occidente.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi