'Colpa' al vertice con sindacati
Elezioni Emilia-Romagna, Meloni vede i sondaggi e la sconfitta e non va alla chiusura della campagna elettorale di Ugolini (con Bucci c’era)
Colpa dei sindacati e del vertice a palazzo Chigi finito troppo tardi. Questa la motivazione che ha spinto la premier Giorgia Meloni a disertare la chiusura della campagna elettorale in vista delle elezioni in Emilia Romagna in programma il 17 e 18 novembre. Niente presenza fisica per la candidata del centrodestra Elena Ugolini contrariamente a quanto avvenuto meno di un mese fa con il neo governatore ligure Marco Bucci. La premier si è limitata a un videocollegamento dove ha attaccato il sindaco di Bologna Matteo Lepore dopo le polemiche sulla manifestazione di sabato scorso di Casapound (segnata da scontri tra polizia e collettivi di estrema sinistra e ‘ordini’ accolti dalla polizia da parte dell’organizzazione neofascista).
“Mi dispiace non essere a Bologna, perché ho fisicamente bisogno di vedervi, di stare in mezzo a voi, per ricordarmi che c’e’ tantissima gente, fuori dalle stanze dei bottoni, che tifa per noi perché tifa per l’Italia”. Così la premier ha provato a riscaldare, da remoto, il pubblico presente.
Elezioni Emilia-Romagna, Meloni vede le sconfitta
Secondo però l’analisi di Repubblica ma soprattutto secondo gli ultimi sondaggi, la premier avrebbe disertato Bologna dopo aver visto gli ultimi sondaggi che darebbero la coalizione di centrosinistra guidata dal sindaco dem Michele de Pascale avanti non di poco. Si parte – secondo il quotidiano romano -da -19% e l’obiettivo del centrodestra sarebbe quello di perdere con un distacco a una cifra. Invece un sondaggio realizzato dall’8 all’11 ottobre da BiDiMedia s.r.l. per conto di Citynews dava Michele de Pascale al 55,9% contro il 42,5% di Elena Ugolini.
Il vertice con i sindacati e il forfait della premier
Da qui, complice anche la riunione con i sindacati durata quasi sei ore e conclusa nel primi pomeriggio, poco prima delle 16. Il comizio conclusivo è invece iniziato a partire dalle 18 e andato avanti per circa un’ora e mezza. Tempi stretti che spesso però i politici, soprattutto quando si è in campagna elettorale, riescono a bruciare. Meloni invece ha preferito videocollegarsi, delegando la presenza fisica agli altri leader della coalizione (Matteo Salvini e Antonio Tajani) e a Maurizio Lupi di Noi Moderati.
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