All’indomani del primo turno delle elezioni francesi, in vista del ballottaggio, mi pongo una domanda. Che cosa farei domenica prossima se dovessi votare in Francia? Io sono un moderato, un riformista, diciamo per semplificare un macroniano. Non mi piacciono le ricette che la destra propone, né in Francia e neppure in Italia, ma non perché penso che siano fascisti, pericolosi, ma solo perché penso che sbagliano a chiudersi nei confini nazionali, ad alimentare un sovranismo che non ha senso nel mondo globale, e che spesso abbiano un atteggiamento un po’ arretrato sui diritti sociali, civili, insomma non guardano avanti a un mondo che è del tutto trasformato e che noi dobbiamo fare comprendere alla gente senza sfruttare cinicamente le legittime paure degli elettori per prendere qualche voto in più.

Ma il punto è che se io fossi un elettore francese per non far vincere la Le Pen domenica prossima, dovrei votare qualche candidato di una sinistra davvero pessima, che in Francia è esplicitamente antisemita, propone l’uscita dalla Nato, è euroscettica, è per nazionalizzare l’economia, è per politiche di redistribuzione e non di sviluppo. Insomma, per me quanto di peggio.

E dunque domenica io certamente non andrei a votare per un’alleanza tra idee e programmi molto contrastanti tra loro, come quella che nascerà tra i macroniani e la sinistra, e non penso che si debba votare per evitare che la destra vada a governare. Questo è molto sbagliato. Perché se la gente ha votato massicciamente per la Le Pen, è giusto che la Le Pen governi senza che gli altri si oppongano con un’alleanza forzosa e innaturale, realizzata solo perché il cosiddetto nemico è alle porte. Meglio, per quello che mi riguarda,  coltivare le mie idee di minoranza schiettamente riformiste invece che buttarmi tra le braccia di Mélenchon.

Il podcast RifoNews Summer di lunedì 1 luglio