Il Pd e M5s uniti
Elezioni in Sicilia, il campo largo tiene: Pd e M5S insieme alle urne a prescindere da Roma
Lasciate perdere Mario Draghi, il voto di fiducia alle Camere e le sorti del governo. È in Sicilia la vera svolta politica: lì il metaverso, la nuova frontiera tecnologica che ci proietterà tutti in un mondo virtuale popolato da avatar e basato sui desideri, c’è già, con tanto di elettori e gazebo. Parliamo delle primarie del “campo largo progressista” che si terranno questo sabato 23 luglio per incoronare il candidato del centrosinistra alla presidenza della regione siciliana il prossimo autunno. Perché se a Roma Pd e M5s ormai si combattono aspramente su sponde opposte del draghismo, con Enrico Letta nelle vesti dell’ultimo pretoriano del premier e Giuseppe Conte suo aspirante killer (politico), nell’isola democratici e pentastellati vivono una realtà diversa, quasi fantastica, fatta di unità, fiducia e persino primarie di coalizione per un futuro governo insieme, “alternativo alla destra”.
È una situazione estranea ai tumulti politici di questi giorni, una sorta di variante sicula del delizioso film Good bye Lenin!, dove nella Berlino post Muro un figlio amorevole prova a convincere attraverso mille trucchi e peripezie la madre, comunista ortodossa appena risvegliatasi da un lungo coma, che l’Urss, la Ddr e il Muro stanno ancora in grande salute. Così i dirigenti siciliani di Pd e M5s provano a nascondere ai rispettivi elettorati il duello fra Conte e Letta, i sospetti di “putinismo”, la scissione di Luigi Di Maio, la guerra sul termovalorizzatore di Roma, la crisi di governo e il monito di Dario Franceschini: “se sfiduciate Draghi niente alleanza”. Una coalizione in frantumi, nello scontro di due visioni del mondo diverse, forse opposte. In questo metaverso invece il “campo largo” teorizzato da Letta “esiste, resiste e vuole diventare larghissimo”, come dice al Riformista il deputato regionale Anthony Barbagallo, segretario del Pd siciliano e padre biologico di questo coraggioso sperimento. Non sono quindi primarie surreali perché celebrate durante il probabile funerale della coalizione su scala nazionale, ma «il coerente e logico proseguimento di un faticoso lavoro durato anni e basato su una comune ed efficace opposizione a una destra che governa l’isola malissimo, eccellendo solo in clientelismo».
E da Roma “nessuna pressione a sospendere le primarie”, perché la “vicenda siciliana è sganciata da quella nazionale, pur grave” e in questi mesi i vertici del partito «hanno visto la seria preparazione di queste consultazioni, organizzate da Pd e Movimento alla luce del sole e con l’appoggio dei rispettivi organismi politici». Barbagallo quindi non molla: «Nessun passo indietro, le primarie in Sicilia si fanno a prescindere da qualsiasi cosa succede mercoledì (oggi, ndr) in Parlamento». E rilancia, formulando sul Riformista un appello a Renzi, Calenda e +Europa: «Entrate in coalizione con noi, su vari temi come il ponte sullo Stretto e i termovalorizzatori la pensate allo stesso modo della nostra candidata Caterina Chinnici». Difficile immaginare l’adesione di renziani ed europeisti, ma il metaverso si basa appunto sui desideri. Sabato quindi si sfideranno l’europarlamentare dem palermitana Caterina Chinnici, figlia del magistrato Rocco Chinnici assassinato da Cosa Nostra e lei stessa magistrata, il giornalista e scrittore catanese Claudio Fava, politico di sinistra di lungo corso, figlio pure lui di un’altra illustre vittima della mafia, il giornalista Giuseppe Fava, e la messinese Barbara Floridia, sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione (fino a quando?) per il M5s, lanciata nella mischia da Conte in persona al posto dello storico leader regionale Giancarlo Cancelleri.
La corsa a tre finora non ha catturato la fantasia dei siciliani e gli stessi organizzatori parlano di appena 27.000 iscritti al registro degli elettori. La contesa si è accesa solo dopo una timida apertura della Chinnici all’ingresso dell’Mpa di Raffaele Lombardo in coalizione, con ferma contrarietà di Fava. Per il resto qualche differenza su ponte sullo Stretto, termovalorizzatori e reddito di cittadinanza, in un sostanziale fair play e nella semi-indifferenza dei siciliani. I rumors raccontano di un testa a testa tra Chinnici e Fava con Floridia staccata, vittima di un Movimento logorato e distratto dalle scissioni passate e future. Si può votare solo on line o in un tablet presente al gazebo, previa registrazione sull’apposito sito entro domani, sulla piattaforma SkyVote, cara al Movimento 5 stelle, che teoricamente “gioca in casa”, dicono nel Pd. In cerca di pathos e forse anche di un senso, abbiamo chiamato l’ex senatore Mirello Crisafulli, il Barone Rosso di Enna. L’eterno big della sinistra siciliana così al Riformista: «Per dovere voto la Chinnici, ma non faccio altro, queste primarie non mi danno stimoli». Ma che senso hanno le primarie di coalizione mentre a Roma la coalizione muore? «E che le devo dire? Ormai è tardi». Ma lei ha capito come votare con questa piattaforma SkyVote? «Onestamente no, non l’ho capito. Io sono abituato a incontrare le persone una per una». Va bene tutto, ma forse è impossibile portare Crisafulli nel metaverso.
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