Riprendere il faticoso cammino dei contenuti e dei progetti
Elezioni Liguria, Renzi come il pifferaio magico: l’insignificanza di un punto di vista riformista è sempre un danno
La politica è feroce, finisce sempre per presentare i suoi conti a chi non ne rispetta le leggi eterne. I percorsi politici devono tenere conto di tempi, modalità di svolgimento, rapporti di forza che nessuno può violentare con pure levate di ingegno e trovate propagandistiche. Così, quando un progetto, nato con grandi ambizioni, si immiserisce progressivamente nella manovra tattica e strumentale, quando ogni mossa resta affidata ai giochi di prestigio di un singolo, l’esito inevitabile è quello che tocca al pifferaio magico della favola dei fratelli Grimm, che trascina sulla montagna una moltitudine di bambini ignari e felici, fino a farli scomparire nel nulla.
È quello che è accaduto in Liguria, dove Italia Viva è stata respinta dal cosiddetto campo largo, che il suo leader aveva scelto, con mossa improvvisa e improvvisata, come nuovo approdo per la sua navicella. Una svolta che i seguaci ciechi di Matteo Renzi consideravano l’ennesima genialata del capo, senza valutare i mille motivi di risentimento – giustificati o no, questa è un’altra storia – accumulati negli anni dal resto del mondo politico nei suoi confronti.
Ora qualche suo follower esaltato penserà che siamo felici di quanto accade in Liguria. Non lo siamo per nulla: l’insignificanza o l’assenza dalla scena di un punto di vista riformista per noi è sempre un danno alla causa, anche in un’elezione locale. In particolare, apprezzando ostinatamente Matteo Renzi come una personalità di valore nel panorama politico italiano, non ci rassegniamo all’idea di un suo declino anticipato.
Ci permettiamo solo di consigliargli, noi che siamo davvero suoi amici, di buttare al cesso il piffero delle illusioni e di riprendere il faticoso e lungo cammino dei contenuti e dei progetti. Il destino dei riformisti non prevede scorciatoie.
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