La tabella di marcia verso il voto
Elezioni politiche 2022: la corsa ai candidati, i simboli, le liste e il nodo firme per Calenda

La campagna elettorale per le politiche 2022 è una corsa contro il tempo. E si avvicinano le date cruciali verso domenica 25 settembre, data in cui gli italiani sono chiamati ai seggi. Entro domenica 14 agosto bisognerà presentare i simboli. Poi entro il 22 agosto le liste, con tutti i candidati, collegio per collegio. Tutte le forze politiche del Parlamento sono esentate dal raccogliere le firme tranne Azione di Carlo Calenda che dopo il divorzio da +Europa, rischia di essere esclusa in assenza di sottoscrizioni. Per questo motivo Calenda ha chiamato i suoi a una mobilitazione straordinaria per raccogliere le firme, come riportato da Repubblica. Solo in caso di accordo con Matteo Renzi, che ha il via libera al simbolo assicurato, le sottoscrizioni non servirebbero.
Contrassegni e liste vanno presentati in due momenti. I simboli vanno consegnati al Ministero dell’Interno dal 12 al 14 di agosto (dalle ore 8 del 12 alle ore 16 del 14). Le liste con le candidature si presentano invece il 21 e il 22 d’agosto (dalle 8 alle 20) negli uffici elettorali nelle sedi delle Corti di appello. Devono essere presentate sia le liste nei collegi plurinominali che le candidature nei collegi uninominali, dove in caso di coalizione il candidato è unico.
Per ogni collegio plurinominale servono dalle 1.500 alle 2.000 firme, non servono sottoscrizioni invece per chi si candida negli uninominali collegati. Quest’anno, visto che la legislatura si è conclusa in anticipo rispetto alla scadenza naturale, il numero minimo di firme è dimezzato: per ogni collegio plurinominale ne servono almeno 750. Dunque Per la Camera l’asticella è fissata dunque a quota 36.750 firme, per il Senato a 19.500. Ma ogni supporter può firmare per entrambe le Camere. L’ostacolo nella campagna elettorale ad agosto è che chi è in vacanza fuori collegio non può firmare.
I partiti che hanno un gruppo parlamentare in entrambe le camere sono esentati dalla raccolta firme. Dunque M5S, Pd, Lega, FI e FdI e le minoranze linguistiche. Con l’ultimo decreto elezioni sono state fatte alcune deroghe: un emendamento ha esteso l’esenzione a chi aveva un gruppo almeno in una Camera al 31 dicembre 2021 (facendo rientrare Iv, Leu e Coraggio Italia). Un altro comma prevede la deroga a chi ha partecipato alle ultime elezioni della Camera o del Parlamento europeo “con proprio contrassegno” e o ha ottenuto seggi al proporzionale oppure ha contribuito al risultato di una coalizione ottenendo almeno l’1% (questo passaggio consente la deroga a +Europa, Centro democratico e Noi con l’Italia).
La situazione è diversa per il partito di Calenda. Nato da “Siamo europei”, partecipò alle Europee del 2019 nel contrassegno con il Pd. Potrebbe dunque chiedere l’applicazione di questo testo ma “è una scommessa” ha spiegato Gabriele Maestri, studioso di diritto elettorale e dei partiti a Repubblica. Il contrassegno è stato fatto solo dal Pd con il suo statuto per cui potrebbe non essere riconosciuto dall’ufficio elettorale al momento della presentazione delle liste. Un rischio concreto che Azione non vuole correre ed è per questo che in via cautelativa raccoglieranno comunque le firme.
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