Mancano due settimane alle elezioni (anche se in diversi Stati americani si sta già votando) e a far discutere, più delle posizioni di Donald Trump e Kamala Harris, è l’ennesima provocazione lanciata da Elon Musk che pur di portare voti ai repubblicani e al tycoon ha messo a disposizione una minima parte delle sue fortune: prima i 47 dollari per ogni firma alla petizione pro-Trump negli stati in bilico, ora addirittura lancia una vera e propria lotteria da un milione di dollari al giorno. Una mossa dubbia dal punto di vista legale perché lega una ricompensa economica alla registrazione al voto.

La lotteria di Musk: un milione di euro al giorno fino al 5 novembre

Musk, dal canto suo, ha spiegato che ogni giorno verrà estratto un milione di dollari tra gli elettori registrati che hanno firmato la petizione che sta facendo circolare il suo Super Pac. “Vogliamo essere sicuri che tutti negli stati chiave siano informati che penso che questo assicurerà che lo siano”, ha scritto il magnate su X annunciando la lotteria tra i firmatari della petizione a sostegno “del diritto di espressione e di portare armi” sostenuta dall’America Pac. L’obiettivo di Super Pac, da lui finanziato con ben 75 milioni di dollari negli ultimi tre mesi, è quello di raccogliere le firme “di un milione di elettori registrati” nei sette stati chiave: Pennsylvania, Georgia, Nevada, Arizona, Michigan, Wisconsin e North Carolina. Da qui, 21 ottobre, al 5 novembre, giorno delle elezioni, i firmatari potranno partecipare alla lotteria da un milione di dollari al giorno per 15 milioni di dollari totali.

Le accuse di voto di scambio

Il governatore della Pennsylvania, il democratico Josh Shapiro, ha sollevato “seri dubbi” sulla legalità dell’iniziativa di Musk, invitando le autorità competenti a “indagare”. “Ovviamente Musk ha il diritto di esprimere le sue opinioni, ha detto molto, molto chiaramente che sostiene Trump, non gli nego questo diritto – ha detto – ma quando si inizia a inondare la politica con questa quantità di denaro, credo che vi siano questioni serie che bisognerebbe indagare”.

Secondo Brett Kappel, legale specializzato in finanziamenti elettorali, “non si possono dare cose di valore a persone in cambio di un voto della registrazione al voto”. Per un altro esperto di leggi elettorali – così come sottolinea l’Adnkronos-  Rick Hasen, dell’University of California di Los Angeles, il programma di Musk è “chiaramente illegale”, riferendosi alle direttive del dipartimento di Giustizia che vieta pagamenti “tesi a spingere o premiare elettori per comportamenti tesi a esprimere un voto”.

 

Redazione

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