Elezioni Usa, i sette Stati-chiave in mano alle minoranze: la campagna elettorale su misura e l’incubo sondaggio brasiliano per Harris

Alla fine, sarà testa a testa. Kamala Harris e Donald Trump hanno condotto una campagna elettorale senza esclusione di colpi. La candidata dem, dopo il ritiro di Joe Biden, sembrava in netto vantaggio. Poi, qualcosa è cambiato. The Donald ha saputo raccogliere ancora una volta il consenso di molti elettori. Li ha cercati, li ha solleticati, li ha di nuovo richiamati a sé dopo mesi di paralisi. E ora i sondaggi dicono che tutto è di nuovo in bilico. Ed è negli Stati-chiave, ai punti, che si deciderà il destino degli Stati Uniti.

Elezioni Usa, i sette stati in bilico

Nelle ultime 48 ore, i due candidati hanno spinto sull’acceleratore proprio per conquistare questi Stati. Sette in tutto: Arizona, Nevada, Carolina del Nord, Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Il bottino più grande è soprattutto tra i Grandi Laghi e la costa orientale. Il numero di grandi elettori che si ottiene da questi Stati è essenziale per la vittoria e lo sanno bene sia Harris che Trump. La loro campagna ha concentrato gli ultimi sforzi qui. Secondo il New York Times, la dem appare in vantaggio in Nevada, North Carolina e Wisconsin, mentre Trump vincerebbe in Arizona e lotta voto su voto in Michigan, Georgia e Pennsylvania. L’incubo di Kamala però è rappresentato da un altro sondaggio, quello della Atlas Intel, una società brasiliana che fu molto accurata nelle scorse elezioni e che dà Trump in vantaggio in tutti gli Stati-chiave, anche per un pugno di voti.

La campagna elettorale personalizzata

Tutto si deciderà all’ultimo e in questi Stati, ognuno un mondo a parte di minoranze, di problemi e di strutture sociali. E per ognuno di essi, Kamala e Donald hanno ritagliato una specifica campagna elettorale. In Arizona, al confine con il Messico, Trump ha puntato sull’immigrazione, mentre Harris ha costruito una campagna basata sulle donne e la difesa dell’aborto. In Georgia, Trump spera di ribaltare il risultato del 2020 cercando di ristabilire il primato repubblicano. Mentre la democratica ha scommesso tutto sul chiudere lì la campagna elettorale insieme a Barack Obama. In Michigan, Harris punta a confermare la storica tradizione democratica dopo la traumatica vittoria di Trump nel 2016. Ma la vicepresidente, proprio in questo Stato, ha un grande tallone d’Achille, la comunità araba: 200mila elettori che non apprezzano il sostegno di Biden a Israele e che possono essere l’ago della bilancia.

Motivo per cui Harris, proprio a Detroit, nei giorni scorsi ha affermato che “l’uccisione di civili palestinesi innocenti a Gaza è inconcepibile”. In Nevada, il peso rilevante lo ha invece la comunità ispanica. Il testa a testa, anche in questo caso, è serrato. E Trump proverà a vincere in uno Stato storicamente difficile per i repubblicani. Diverso è il caso della North Carolina che sembra di nuovo un fortino trumpiano. Harris spera di mobilitare soprattutto gli afroamericani, mentre The Donald ha dalla sua il bis nel 2016 e nel 2020. E se il Wisconsin resta un grande punto interrogativo, tanto che anche qui è dovuto intervenire Obama per richiamare il voto dei “latinos” e della comunità nera, l’attenzione mediatica è tutta rivolta alla Pennsylvania. Harris e Trump hanno battuto palmo a palmo questo Stato.

Pennsylvania e la guerra in Ucraina

Lo stesso dove il repubblicano ha subito l’attentato che ha cambiato la sua campagna elettorale lasciando l’iconica immagine dell’urlo “Fight” con il volto insanguinato. Nel “muro blu” dem, il tycoon si gioca tutte le possibilità di essere presidente: vincere qui è la chiave per il traguardo. Lo sa anche Harris che, non a caso, proprio nel duello tv con Trump che si è tenuto in Pennsylvania ha scommesso sui voti di una comunità fondamentale: quella polacca. Il continuo riferimento al nemico comunista da parte di The Donald è apprezzato da buona parte di questa comunità, così come le sue ricette economiche. Si tratta di moltissimi piccoli e medi imprenditori, attenti sul fronte delle tasse e dell’inflazione. Ma a molti non sfugge anche il legame con quella che è la loro terra d’origine. In Polonia hanno ancora parenti, e tanti, attraverso genitori e nonni, hanno una percezione della Russia molto diversa di altri segmenti dell’elettorato Usa. Harris, in campagna elettorale, ha puntato proprio in Pennsylvania sulla sicurezza europea e sul fatto che la pace in Ucraina voluta da Trump sarebbe una resa a Vladimir Putin e il via libera al Cremlino per attaccare anche altri alleati europei, tra cui Varsavia. In questo Stato vivono circa 800mila polacchi-americani. Un blocco di voti che in un testa a testa al fotofinish può essere decisivo.