Un Paese, due presidenti
Presidenziali USA infinite, Trump silura il capo della cybersecurity: aveva definito le elezioni “le più corrette della storia”
Trump furioso, twitta e licenzia. L’ultimo a cadere è stato Christopher Krebs, numero uno della cybersecurity degli Stati Uniti. Perché? Perché ha definito le ultime elezioni “le più sicure nella storia americana”. Non è andata proprio già al presidente ancora in carica ma sconfitto alle elezioni dallo sfidante democratico Joe Biden. “Le recenti dichiarazioni di Chris Krebs sulla sicurezza delle elezioni del 2020 sono state molto imprecise – ha twittato Donald Trump – dal momento che ci sono state frodi e irregolarità su larga scala, compresi i voti di persone morte. Pertanto, con effetto immediato, Chris Krebs è stato sollevato dall’incarico di direttore della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (Cisa). Krebs ha risposto con un tweet, e con l’hashtag #Protect2020: “Onorato di servire il Paese. Abbiamo fatto bene. Difendi l’oggi, proteggi il domani”. È stato a capo della Cisa al Dipartimento di Sicurezza nazionale dalla creazione dell’Agenzia nel 2018.
Prima di Esper era stato silurato, soltanto la settimana scorsa, il capo del Pentagono Mark Esper. E non è tutto: avrebbe intenzione di restare alla Casa Bianca anche per la Festa del Ringraziamento che di solito trascorre nella residenza di Mar-a-Lago in Florida. E nel frattempo programma: taglio di 2.500 truppe in Afghanistan e Iran; nuove sanzioni contro la Cina; per il New York Times starebbe perfino pensando di attaccare un sito nucleare iraniano. E continua nel frattempo a denunciare brogli. Altro che passaggio dei poteri: il Paese è diviso in due tra un Presidente in carica che non agevola la consegna e un altro appena eletto che forma la sua squadra.
Biden infatti ha annunciato la nomina di 3 fedelissimi, pescando nel team della sua campagna presidenziale. Steve Ricchetti, 63 anni come capo stratega; Jen O’Malley Dillon, 44 anni, vice del capo di gabinetto, Ron Klain, 59 anni; Cedric Richmond, 47 anni, deputato, edirigente dell’Ufficio di collegamento con Capitol Hill. E quindi i ministri: si parla della deputata Deb Haaland agli Interni; per il Tesoro sono in lizza Lael Brainard, già sottosegretaria con Barack Obama e membro del board della Federal Reserve; l’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen, 74 anni; Sarah Bloom Raskin, 59 anni, già sottosegretaria al Tesoro e nel board dei governatori Fed; ci sarebbe poi Michele Flournoy alla Difesa; per il dipartimento di Stato Susan Rice, in lizza anche come consigliera per la Sicurezza Nazionale con il senatore del Delaware, esperto di Medio Oriente, Chris Coons; alla guida del dipartimento della Giustizia si parla di Sally Yates, licenziata da Donald Trump perché si era rifiutata di far attuare il “Muslim ban”.
All’Energia potrebbe tornare l’ex ministro di Obama e fisico nucleare Ernest Moniz; alla Salute Vivek Murthy, 43 anni, già co-presidente della nuova task force anti-Covid. Ancora da piazzare Pete Buttigieg, 38 anni, e Amy Klobuchar, 60 anni, ex rivali dell’area moderata. Si attende ancora il risultato dei due ballottaggi del 5 gennaio in Georgia, per sapere chi controllerà il Senato.
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