La biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America a Washington è la più grande libreria del mondo e di tutti i tempi. Somiglia a un tempio rinascimentale immaginario e contiene tutto ciò che è stato scritto, fotografato, filmato, pensato e tradotto dal genere umano. Tutto è accessibile, silenzioso, elettronico, confortante, stupefacente, incredibile. Questi sono i pezzi forti dell’America: i simboli del centro del mondo, separato dal mondo che contiene tutto il resto del mondo. L’ho visitata tre volte e ne sono uscito per tre volte stordito ed entusiasta.

La vera Biblioteca di Babele è nel terreno di Capitol Hill, un luogo di cui non abbiamo idea: non sappiamo cosa sia il cuore della democrazia americana perché non fa parte del nostro immaginario, ma è quello di un popolo intero fatto di 1.000 frammenti che si riconosce in un luogo. Capitol Hill è la copia immaginaria del Campidoglio di Roma, intesa come capitale delle virtù del cittadino, con il mito delle oche, di Brenno e del Senato con molto Cicerone, molte toghe e fasci littori quasi imbarazzanti perché identici a quelli fascisti, ma che ripetono il motivo ornamentale della Repubblica. La statua di Abraham Lincoln siede su un trono decorato di questi simboli ricevuti dalla Francia repubblicana rivoluzionaria, madre e madrina dell’identità degli States, anche se la Rivoluzione americana – diversamente da ciò che pensiamo – precede e non segue quella francese. Ma Miss Liberty fusa in bronzo all’entrata del porto di New York è la Liberté giacobina, che è un elemento del DNA americano.

Una minaccia per Kamala

Il Senato degli Stati Uniti ha un valore simbolico e attuale, paragonabile a quello di Palazzo Madama. Ieri i sondaggisti, scrutando le viscere umorali degli elettori con abilità di ultima generazione, hanno trovato un risultato inaspettato che salta fuori in queste ore sulle intenzioni di voto. È un risultato minaccioso per Kamala Harris, anche se è ormai data come la più probabile vincitrice. A conti fatti, anche se Kamala vincerà, il pezzo più pregiato di Capitol Hill – il suo Senato – andrà ai repubblicani, azzoppando il potere di spesa della Casa Bianca. Il sondaggio che sta suscitando clamore rivela che gli Stati in cui gli americani vivono nella solitudine della natura – per esempio nel Montana – sono sempre stati e ancora più diventano conservatori.

Il colpo dei conservatori

Il conservatorismo avanza come una reazione radicale anticorpo contro le politiche woke, gender e delle competizioni sulle sfumature di nero, laddove si concentrano minoranze bianche, i “redneck” degli agricoltori dal collo abbronzato, della grande provincia rurale. E di conseguenza il potere d’intervento di una Casa Bianca democratica sarà ridotta e la prima donna presidente dovrà probabilmente trattare e contrattare per ogni decisione che comporti una spesa. Ma l’altra notizia del giorno è che – contro ogni attesa – l’inflazione cala, il potere d’acquisto cresce e i supermercati sono un tripudio di generi alimentari come non si vedeva da due mesi.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.