Dopo aver lasciato il partito ed essersi dimesso da deputato, Elio Vito mostra cauto ottimismo e guarda con speranza alla nuova rotta di Forza Italia. Un cambio di atteggiamento che ha animato la discussione politica d’agosto. Per l’ex azzurro è presto per parlare di un ritorno alle origini, ma reputa «interessanti» i segnali arrivati su giustizia e diritti civili grazie a Marina e Pier Silvio Berlusconi: «Sono temi congeniali a FI, che purtroppo li aveva un po’ trascurati». Antonio Tajani tiene il punto sullo ius scholae, mentre Fratelli d’Italia e Lega non aprono. Perciò Vito si appella ai forzisti, invitandoli a non sprecare un’opportunità giudicata «storica»: rompere definitivamente con gli alleati. Una mossa che – scommette – garantirebbe al partito di avere «la gratitudine del paese».

Nelle ultime settimane Forza Italia sembra aver cambiato atteggiamento. È una reazione d’orgoglio?
«Credo che sia stata piuttosto una reazione, giusta, dovuta alle recenti parole di Marina e Pier Silvio Berlusconi di una maggiore attenzione sui temi della giustizia e dei diritti civili. Che poi sono temi congeniali a Forza Italia, che purtroppo li aveva un po’ trascurati».

Davvero questo basta per parlare di un nuovo volto di FI?
«No, non credo proprio che basti. Finché Forza Italia resterà alleata con la Lega e con Fratelli d’Italia (o dovrei dire con Sorelle d’Italia?) non si potrà parlare di un vero cambiamento. I partiti alleati sono troppo diversi da Forza Italia e questo cosiddetto centrodestra non ha nulla a che vedere con quello voluto da Silvio Berlusconi».

Stupisce soprattutto l’intensità con cui Antonio Tajani ha rilanciato il tema dello ius scholae. Segno che gli azzurri non piegheranno la testa?
«A me che Tajani abbia assunto questa posizione e che mantenga il punto fa sinceramente piacere (anche perché fu lui nella scorsa legislatura a fermare tutto dopo che FI si era astenuta in Commissione sulla nuova legge sulla cittadinanza). Ma gli alleati di governo non stanno dando alcuna disponibilità a Tajani, come fa a non prenderne atto e mandarli a quel paese?».

La determinazione di oggi dei forzisti non rischia di lasciare poi spazio al realismo politico? Il tema potrebbe essere sacrificato per salvaguardare l’unità del centrodestra…
«Le leggi le fa il Parlamento, dove certo conta anche il parere del governo, ma se c’è una maggioranza numerica di parlamentari, anche di opposizione, a favore del provvedimento, Forza Italia ha il dovere di andare fino in fondo e approvare la nuova legge sulla cittadinanza. D’altra parte sinora gli alleati di governo hanno ottenuto tutto quello che volevano e Forza Italia niente. Ad esempio sul tema della giustizia e delle carceri, che so essere a cuore di questo giornale, Lega e Fratelli d’Italia hanno mostrato tutto il loro volto forcaiolo e giustizialista, e Forza Italia, che pure doveva essere garantista, si è ahimè adeguata».

Quella di Forza Italia può essere letta anche come una sorta di «operazione d’immagine», solo per opportunismo elettorale?
«Mi auguro di no ma questo rischio c’è. Però una mera operazione d’immagine che non portasse risultati concreti o che vedesse Forza Italia alla fine ancora al fianco di questa destra, rappresenterebbe una perdita di credibilità, e la credibilità conta più dell’immagine».

Anche dalla famiglia Berlusconi arrivano segnali interessanti. Crede che l’eventuale discesa in campo di Pier Silvio sarebbe una grande opportunità?
«I segnali interessanti che provengono dalla famiglia Berlusconi sono giusti e non mi sorprendono. Non credo però in una nuova discesa in campo e mi spiace. Piuttosto, c’è da dire che la famiglia Berlusconi sta subendo in silenzio continui torti e umiliazioni (come paragonare la inesistente vicenda di Arianna Meloni a quelle che colpirono Silvio Berlusconi o far trapelare di presunte norme favorevoli) da parte di Giorgia Meloni e dal governo. Ma Meloni è così abile nel suo vittimismo da far sembrare l’opposto, che stia subendo lei i torti dai Berlusconi».

Rompere l’alleanza di governo sarebbe, dal suo punto di vista, un’occasione «storica». I figli del Cav potrebbero avere un peso per convincere i dirigenti di Forza Italia a far saltare l’asse con Fratelli d’Italia e Lega?
«L’occasione storica c’è. Oggi il bene della nazione non coincide con questo governo, che fa perdere credibilità all’Italia in Europa. Basterebbe semplicemente agire di conseguenza e far prevalere questo interesse nazionale, rispetto a quelli di parte, di partito e di governo, per smentire definitivamente che Silvio Berlusconi scese in campo per difendere i propri interessi. E Forza Italia avrebbe la gratitudine del paese».