Battono le mani gli stessi che sostennero il provvedimento varato dal governo Renzi
Elly al traino di Landini abiura il Jobs Act PD verso l’estrema sinistra
Contrariare Maurizio Landini d’altra parte, non è mai stata una possibilità. “Quando non è concesso litigare per non deludere le aspettative”, aggiungerebbero i Coma Cose nella loro ultima hit sanremese. Così davanti al pubblico, composto prevalentemente da militanti, alla Versiliana, a Marina di Pietrasanta, intervistata dalla direttrice di QN, Agnese Pini, la segretaria del Pd ha colto l’occasione al volo, che non sia mai che il fraterno amico del sindacato rosso si inquieti per il silenzio: “Sosterrò il referendum abrogativo della Cgil”.
Il tema, naturalmente, è il jobs act, feticcio della sinistra radicale che si è insediata al Nazareno, come in una sorta di stravagante reincarnazione. “Io sono sempre stata contraria, sin da quando ero nel Partito Democratico nel 2015, e per me si deve fare altro per diminuire la precarietà, i contratti a termine. Quindi noi seguiremo le iniziative della Cgil”. Un attento osservatore della platea versiliese avrebbe notato che molti di coloro impegnati a battere le mani alla segretaria dem, erano gli stessi che sostennero con convinzione il provvedimento varato dal governo Renzi. Sfumature, si dirà o per scriverla in modo più brutale: “O Franza o Spagna…”. Sempre per andare sul velluto, ad inizio pomeriggio a Sant’Anna di Stazzema, teatro del massacro nazifascista del 1944, Elly, stavolta in versione Alice, ha rispolverato una vecchia legge di iniziativa popolare proposta dal Comune toscano nel 2020. “Il fascismo non è un’idea ma un reato’, in pratica la stessa considerazione che ebbe il ministro Scelba nel 1952. La sua legge infatti sanziona “chiunque promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.
Il tema, però, si prestava a considerazioni di una qualche natura, viste le dimissioni di Marcello De Angelis, da capo della comunicazione del Presidente della Regione Lazio, per i suoi ripetuti scivoloni sugli ebrei. Elly vuole stare sulla notizia del giorno, ed in fondo poi ‘repetita iuvant’, il titolo ci sta tutto e chi se ne importa di una legge del secolo scorso. Il mini tour toscano, dopo questi due appuntamenti pomeridiani, è finito al Teatro 4 Mori di Livorno, stessa città dove nacque il Pci. Attorniata dal gotha del Pd toscano, mezza giunta regionale, i sindaci di Firenze, Prato ed Empoli, gli immancabili Emiliano Fossi e Marco Furfaro, ed anche la capogruppo cittadina dei 5 stelle, la segretaria ha fatto il punto sul salario minimo.
Il clima mite, l’entusiasmo degli spettatori, la prossima fine di una giornata impegnativa, in questo caso però hanno fatto la differenza, ed Elly si è concessa qualche battuta in più. “Il Pd si deve voler bene’, ha detto la segretaria dem, pensando ad Energia Popolare, e subito dopo, in apparente contraddizione ha ripetuto il suo no al terzo mandato degli amministratori. Che così ad occhio, non suonerà proprio come una dolcezza alle orecchie dei governatori Vincenzo De Luca e Michele Emiliano.
La principale preoccupazione del Nazareno resta però l’avvicinamento alle elezioni europee del ‘24. Così dalla Versilia a Livorno, l’uomo più ricercato dai quadri del partito, è stato proprio il pistoiese Marco Furfaro, che in questi mesi alla Camera, si è guadagnato il soprannome di Paulo Coehlo del Pd. Il neo deputato, a breve, dovrebbe sostituire Marta Bonafoni, già nelle liste della circoscrizione Centro nelle prossime consultazioni, ed assumere la carica di coordinatore della segreteria. Un vicario di Elly in tutto e per tutto, anche perché il suo percorso è molto simile a quello della segretaria: Sel, con una spruzzata di Lista Tsipras. Insomma non esattamente un nativo del Pd, condizione ideale per scalare il Nazareno e gestire la macchina elettorale.
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