Nicola, i’ vorrei che tu e Giuseppe ed io”. Che senza scomodare Dante Alighieri, Elly sta dipanando la sua tela. Superare le incertezze residue nel partito, e mettere tutti di fronte al fatto compiuto. Un altro modo per dire ‘anche questa volta non ci avete visto arrivare’.

Ed indubbiamente ci vuole un ‘fisico bestiale’, dopo quella limonata indigesta a Campobasso (che ebbe come conseguenza la bruciante sconfitta in Molise), ripartire da Sessa Aurunca (Caserta), dove la segretaria del Pd ha incontrato gli studenti di ‘Revolution Camp’ insieme al leader della Sinistra Nicola Fratoianni. E sarà stato il luogo, sarà stato un buon umore improvviso, ma a Sessa Aurunca, Elly era anche in vena di dichiarazioni romantiche: ‘tra me e Nicola c’è tanta condivisione che presto spero diventi un’alleanza’.

Insomma mancava solo la fede al dito, ma in fondo è come se, e tanti saluti al radicalismo dolce auspicato da Romano Prodi a Cesena. È poi anche vero che si tratterebbe di famiglia allargata, ma il terzo incomodo, Giuseppe Conte stavolta non c’era, ma a lui è indirizzata la massiccia campagna stampa organizzata dal Nazareno a difesa del reddito di cittadinanza. Un bacio Perugina con un biglietto tenero: ‘Non sei con noi in provincia di Caserta, ma ti pensiamo tanto’.

Peraltro la campagna del ‘nuovo’ Pd parte da una rimozione: il ‘vecchio’ Pd votò contro e si oppose forsennatamente alla misura introdotta dal governo Conte-Salvini. Lo ricorda il capogruppo dem della scorsa legislatura, Andrea Marcucci: “Votammo contro evidenziandone le storture poi manifestate”.

Eppure il gruppo dirigente, guidato all’assalto da Arturo Scotto e da Marco Furfaro, ha abbracciato lo storico vessillo dei 5 stelle senza indugi ed oscurando l’opposizione fatta in passato.

Elly Schlein poi, spesso assente in Aula, ieri è intervenuta alla Camera dopo le comunicazioni del ministro Fitto sul Pnrr.
“Ci state rubando il futuro in modo molto concreto”, ha detto con un’insolita maglia viola con banda nera preferita ai soliti colori pastello. “Forse Giorgia Meloni vuole passare alla storia come la prima premier della storia che ha reso i poveri più poveri con un sms”, ha proseguito con foga tribunizia. Ma oltre le sfumature cromatiche dei suoi tessuti, il Pd della segretaria Schlein ha scelto indubitabilmente il rosso con il leit motiv ‘del governo che fa la guerra ai poveri’. E peraltro il reddito di cittadinanza è un collante perfetto, molto meglio del salario minimo.

Dopo le aperture della premier Meloni, la segretaria dem, per non facilitarla, sta provando a remare contro l’ipotesi di un incontro del ‘campo largo’ a Palazzo Chigi. Da qui la decisione di cambiare direzione e di spingere sul provvedimento caro agli amici 5 stelle. Con Giuseppe Conte, l’amore è più pazzerello, da una parte va avanti la competizione, dall’altra dialogo e sintonia sono inarrestabili.

In Abruzzo, dove si voterà nella prossima primavera, siamo già alla valutazione dei primi candidati Presidenti. Tra le ipotesi, spunta anche un nome noto per il mondo del calcio, ovverossia quello dell’attuale numero uno della FIGC Gabriele Gravina, in passato proprietario del Castel di Sangro che fece il miracolo di arrivare in serie B. “Il nome circola”, ha spiegato Il Fatto Quotidiano, ormai vero e proprio house organ dei giallorossi, anche alla luce dell’amicizia di Gravina con l’ex candidato alla Regione per il Pd Giovanni Legnini, che Conte nel 2020 nominò a commissario della ricostruzione nel Centro Italia. Ma resistono anche altre ipotesi, come quella di una nuova corsa dello stesso Legnini e dell’ex rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico. Qualsiasi candidatura dovrà comunque passare dal tavolo del potente deputato pescarese Luciano D’Alfonso, anche lui già presidente della Regione, bestia nera dei Cinque Stelle e non esattamente amico della nuova dirigenza dem.

Intanto, continua anche il lavoro sulle prossime elezioni europee. La segretaria non ha ancora sciolto le riserve circa una sua candidatura come capolista in tutte le circoscrizioni. Un’idea che la affascina ma che è anche piena di insidie (dovrebbe fare il pieno delle preferenze battendo tutti i suoi candidati e spingere il partito ben oltre le forche caudine del 20%). Quel che è certo è che le candidature aumentano di ora in ora: oltre alle tante note, probabili new entry sono Roberto Saviano e Patrick Zaki. Una lista da tutto esaurito insomma, ma il dilemma sui capilista non è ancora stato sciolto.

Phil

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