C’è una domanda sempre più insistente nelle redazioni dei giornali e nei corridoi del transatlantico ma se la fa anche il titolare del bar che sta proprio davanti al portone del Nazareno. Una domanda semplice, persino banale. Dov’è Elly? Si dirà: è alla Camera, d’altra parte una leader al primo mandato parlamentare, soprattutto nei primi mesi della legislatura, vuole rafforzare l’opposizione al governo Meloni. Risposta sbagliata: la deputata Elly Schlein fino al 30 aprile è stata presente a 567 votazioni su 1551, una media del 36%.

Quindi a Montecitorio non si può dire che vada assiduamente, ma certo una leader motivata starà al partito, a dirigere la rifondazione di un organismo che vuole trasformare. Anche in questo caso, risposta sbagliata. ‘La segretaria? Dal 25 febbraio, si sarà vista in tutto un paio di volte. La sua stanza al terzo piano non è ancora arredata’, ammette un dipendente. Breve giro di conferma: “Elly Schlein? La vedo talvolta in televisione, qui non è mai entrata’, commenta il barista proprio di fronte alla sede del partito. Ma si, niente Camera, niente Nazareno, una giovane leader in ascesa deve stare sempre in giro, con i piedi affondati nel Paese reale.

Così il povero cronista ripercorre settimane di rassegne stampa e lanci di agenzia. Elly Schlein in giro per l’Italia? Ma quando mai, presenze con il contagocce, pochi titoli, persino nel secondo turno delle amministrative, che pure sono state le prime fatte in veste di segretaria del Pd. Elly è comparsa il venerdì finale in piazza ad Ancona, il giorno prima a Massa, e a Pietrasanta, poi zero comizi. Inutile ricordare che il Pd abbia poi perso ovunque, tanto da far sbraitare un mitico Enrico Letta, interpretato da Osho, ‘E che cazzo a sto punto rimanevo io, no?’.

Certo, non si calcola che c’è stata la terribile alluvione in Romagna, e la segretaria era fino a pochi mesi fa, vicepresidente della giunta regionale con delega al ‘Patto per il Clima’, sarà stata quindi tra la sua gente, a sostenere le amministrazioni comunali. Duole rammentarlo, anche in questo caso, siamo lontani dalla realtà: Elly è stata vista in Romagna una sola volta, peraltro a distanza di giorni dalla tragedia. ‘Stendiamo un velo pietoso sul sostegno della segreteria. Mi basta una sola parola per definirlo: inesistente’, ammette il sindaco di un piccolo comune investito dall’ondata di maltempo. Quindi ricapitolando, non è a Montecitorio, non è al Nazareno, non è (stata) in campagna elettorale, non è in Romagna.

Dov’è allora Elly Schlein? In un’epoca segnata dall’immaterialità, la segretaria forse cavalca da remoto i temi più significativi dell’attualità?
Così come da remoto, per dire, ha guidato i suoi eurodeputati sull’Asap, schierandoli su tre opzioni di voto diverse? A più di cento giorni di distanza dalle primarie, il Pd stenta a fare titolo e quando lo fa, è sempre posizionato su questioni che non incidono. La Rai di Fazio e dell’Annunziata, la Corte dei Conti, la difesa ad oltranza degli imbrattatori di monumenti, l’autogol sulle contestazioni alla ministra Roccella, con annesso rimbrotto del capo dello Stato.

Come dire, evanescente. La sua intervista più gettonata? Quella a Vogue, con la clamorosa ammissione di ricorrere di tanto in tanto ad un armocromista. Che se ci fosse ancora Cuore, la notizia avrebbe aperto per mesi la rubrica E chi se ne frega. Attenzione, attenzione, c’è un contrordine di giornata. Intorno alle 11, Elly ha varcato l’ingresso di Montecitorio. Consapevole di aver raggiunto un record, oggi finalmente i deputati del Pd hanno votato il loro ufficio di presidenza. La notizia è di una certa rilevanza, perché la segretaria ha deciso di sacrificare Piero De Luca come vicecapogruppo, e di conferirgli un premietto di consolazione (segretario).

La guerra a De Luca (padre) quindi continua, ma senza colpi di ariete. ‘Se vuol perdere anche la Campania, seguiamo il suo consiglio e ci mettiamo comodi’, assicura un sostenitore sfegatato di De Luca. L’unico miracolo di Elly per ora è quello di aver ribaltato le previsioni: erano tutte in discesa almeno fino alle europee del ‘24, oggi è tutta una salita. Si comincia il 25/26 giugno con il voto regionale del Molise.

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Vive a Roma ma è cresciuto a Firenze, è un antico frequentatore di corridoi, ha la passione per Philip Roth e per le melanzane alla parmigiana, predilige il paesaggio della Versilia